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Omicidio Cerciello Rega, Elder: “Dai carabinieri sputi contro di me, reazione comprensibile”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-01

Lo ha detto uno dei due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere a Roma nel corso dell’udienza del processo nel quale è imputato insieme a Gabriel Natale Hjorth

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“In America i poliziotti si comportano in maniera diversa, si identificano e tirano fuori le armi”. Lo ha detto Finnegan Lee Elder nel corso di dichiarazioni spontanee nell’udienza del processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega ucciso con 11 coltellate il 26 luglio del 2019. Insieme a Elder è imputato anche Gabriel Natale Hjorth. “Non pensavo di averlo ucciso – ha aggiunto, come riporta l’Adnkronos – e ho saputo che era un carabiniere solo dopo l’arresto”.

Dopo la colluttazione “non abbiamo chiamato la polizia perché eravamo terrorizzati – ha aggiunto – non pensavo al futuro. Non ho mai pensato che uno spacciatore potesse chiamare la polizia, questo – ha proseguito – non accade in America. Ho chiamato la mia fidanzata, una telefonata breve, e le ho detto quello che era successo, che eravamo stati aggrediti da criminali”.

L’americano: “Sputi contro di me, loro reazione comprensibile’

“Quando sono stato portato in caserma” ha aggiunto Elder, “mi sentivo stordito e confuso e non capivo cosa stesse succedendo. Mi trovavo in un cortile dove le persone urlavano e mi sputavano addosso. Ho trascorso molte ore lì e a malapena riuscivo a stare sveglio”.

“Non sono stato trattato nel modo giusto, ma oggi ammetto che posso capire i colleghi di Cerciello, un loro amico era appena morto e la loro reazione è umanamente comprensibile”, ha concluso.

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