“Non lava e non cucina”: lui chiede la separazione e il giudice gli dà torto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-13

Un uomo porta la moglie in tribunale per addossarle la colpa della fine del loro matrimonio, perché lei non gli preparava pasti caldi e non gli lavava gli indumenti. E un giudice civile di Foggia lo condanna a versarle la somma di 1500 euro al mese come mantenimento

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Lui voleva attribuirle la responsabilità della fine del loro matrimonio perché lei non gli preparava pasti caldi e non gli lavava gli indumenti. L’ha trascinata in tribunale: dove un giudice civile di Foggia gli ha dato torto e ha disposto che l’uomo versi la somma mensile di 1.500 euro come mantenimento per l’ex moglie e il figlio minore

“Non lava e non cucina”: lui chiede la separazione e il giudice gli dà torto

Il principio che ha fatto valere il giudice è quello secondo il quale “I coniugi sono tenuti a svolgere le stesse mansioni in casa”. . L’uomo che ha portato in tribunale la moglie voleva dimostrare che lei fosse venuta meno ai doveri coniugali, che secondo l’ex marito consistevano nell’assolvere compiti domestici come cucinare e lavare panni. Ma il giudice Rizzi ha evidenziato come non ci fossero prove del comportamento negligente della donna sottolineando che la fine del rapporto coniugale non è avvenuta per per la violazione dei doveri e degli obblighi che
scaturiscono dal matrimonio. Spiega Repubblica Bari:

Citando l’ordinamento giuridico italiano, che non prevede che «su un coniuge siano addossati tutti i compiti di cura della casa e della prole, poiché entrambi sono tenuti a svolgere le stesse mansioni», il magistrato ha dato ragione alla moglie, condannando l’uomo a contribuire al mantenimento del figlio minorenne e della moglie versandole la somma mensile di 1.500 euro. Il marito aveva più volte sostenuto che provvedeva lui stesso a fare la spesa e che la madre, dalla quale si recava spesso per far colazione, gli lavava i panni indossati durante il lavoro. Circostanza giustificata dalla moglie — si legge nella sentenza — «con l’esigenza di non contaminare gli indumenti del figlio minore». Le conclusioni sono affidate al diritto di famiglia, secondo cui “con il matrimonio marito e moglie acquistano gli stessi diritti e assumo i i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia”

Come si dice in questi casi, c’è un giudice a Bari. E quel giudice ha ricordato che il Medioevo è passato.

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