Quelli che per ricatto si rifiutano di donare il sangue all’Avis (che non richiede il Green Pass)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-17

No vax scatenati sui social contro l’Avis, che intensifica le richieste ai donatori di sangue vista l’emergenza e non richiede il Green Pass

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Per donare il sangue non serve il Green Pass: “Ai donatori di sangue ed emocomponenti non sarà richiesto il green pass”, è il passaggio centrale della circolare che il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, e il Segretario Generale, Rocco Monetta, hanno inviato alle sedi Regionali, Provinciali, Comunali ed equiparate dell’associazione. “L’accesso dei donatori alle sedi di raccolta di sangue ed emocomponenti ubicate presso le strutture ospedaliere – si legge in un documento della Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute – non rientra tra i servizi e le attività il cui accesso è consentito esclusivamente ai soggetti muniti della certificazione verde Covid”. E anzi, in questi si stanno registrando carenze di sangue in diverse regioni, dovute alla nuova ondata di contagi da Omicron. Cinque regioni – Toscana, Lombardia, Veneto, Abruzzo e Lazio – hanno fatto appello al sistema di compensazione interregionale, come afferma il Centro nazionale sangue (Cns). Sono al momento 1.240 le sacche di sangue richieste, ma “è probabile che i numeri possano peggiorare causando il rinvio di interventi di chirurgia elettiva”.

Quelli che per ricatto si rifiutano di donare il sangue all’Avis (che non richiede il Green Pass)

C’è però chi, speculando sull’emergenza, vuole rimarcare il fatto che – da non vaccinato – rifiuta di donare il proprio sangue fino a quando le restrizioni non verranno ritirate.

Il mondo dei no vax è diviso in due sull’argomento, tra chi ritiene in un delirio di onnipotenza che il proprio sangue sia di una qualità migliore rispetto a quello di chi ha fatto il vaccino, giustificando a se stesso questa assurda tesi con la decisione dell’Avis di non precludere le donazioni ai non immunizzati, e chi “ricatta” il “governo” (che niente c’entra con le donazioni di sangue in senso stretto) addirittura ipotizzando di poter vendere il proprio sangue come vendetta per le restrizioni di questi mesi.

Quindi per i donatori – ha precisato Avis – la cui permanenza nelle strutture di raccolta è circoscritta all’atto della donazione, si procederà quindi con le procedure vigenti, che prevedono il triage telefonico, l’accesso contingentato previa prenotazione, la somministrazione di un questionario, il colloquio con il medico e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, la misurazione della temperatura e il rispetto del distanziamento sociale.

L’ente era stato costretto nei mesi scorsi a ribadire che donare il sangue dopo aver ricevuto il vaccino anti Covid non comporta alcun rischio né per il donatore stesso né per i pazienti a cui trasfonderlo.

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