Fatti
Ma cosa ci volevano fare i no vax perquisiti con una tanica di acido?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-11-15
Tra le tante armi scoperte durante le 17 perquisizioni ordinate questa mattina in tutta Italia a carico di esponenti no vax, spuntano a Palermo una tanica di acido e una balestra a Brescia
Tra le perquisizioni effettuate oggi in tutta Italia nei confronti di attivisti no vax e no Green Pass affiliati al tristemente noto canale Telegram “Basta Dittatura”, diverse armi sono spuntate fuori dopo i controllo di Polizia. Una tanica di acido a Palermo, una balestra a Brescia, alcune baionette e un vecchio fucile a Cremona, dei coltelli e un documento storico risalente al nazifascismo a Siena. In tutto sono state effettuate 17 perquisizioni, che hanno portato ad altrettante persone denunciate a vario titolo per istigazione a delinquere e istigazione a disobbedire alle leggi. Proprio sulla chat, infatti, il palermitano invitata a lanciare contro le forze dell’ordine bottiglie piene di acido.
Le minacce dei no vax sulle chat Telegram
Anche per questo motivo polizia postale di Torino nelle prossime ore chiederà alla Procura del capoluogo piemontese di avviare le procedure per l’oscuramento dei nuovi canali nati su Telegram sulla scia di “Basta Dittatura”, spazi su cui ancora oggi si leggono minacce rivolte a investigatori e magistrati come “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, che è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino.
Intanto non si placano sui social le reazioni alle perquisizioni di questa mattina. “Sapete cosa fare”, si legge su uno dei canali con tono minaccioso in riferimento agli investigatori che si stanno occupando delle indagini. È stata anche pubblicata una foto di Piazzale Loreto, sempre con riferimento agli investigatori, con la scritta “essendo così stupidi non hanno capito in che posizione finiranno anche loro”. Gli indagati istigavano sistematicamente all’utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi, ma anche contro giornalisti, medici e scienziati.
In totale sono sedici le città coinvolte nell’operazione: Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.