No-vax si pente dopo giorni di ricovero, “È molto più spaventoso il Covid del vaccino”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-04

Le parole della no-vax pentita: “Se il vaccino può evitare tutto questo, è giusto farlo”

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È successo di nuovo. Una delle ancora troppe persone senza vaccino in Italia ha rischiato la vita a causa del Covid e, dopo giorni di ricovero con il casco dell’ossigeno si è pentita delle sue posizioni no-vax. Si tratta di Rossana Fusco, donna milanese di origini siciliane e pugliesi di 48 anni, mamma di una bambina di 10.

No-vax si pente dopo giorni di ricovero, “È molto più spaventoso il Covid del vaccino”

La donna intervistata da La Repubblica, ha spiegato che aveva “molta paura del vaccino, per questo non lo avevo fatto. Poi, però, mi sono ammalata. E ho capito davvero che potevo morire e lasciare da sola mia figlia. Per questo, ora che ne sono uscita, non posso che dire che il Covid è molto, molto più spaventoso del vaccino. Ma a marzo, quando saranno trascorsi sei mesi dalla guarigione, lo farò: prendere il Covid, trascorrere dieci giorni con il casco per l’ossigeno e temere per la mia vita, mi hanno fatto cambiare idea”.

Le ragioni del suo comportamento sono, come ha affermato, da ricercare nella paura del vaccino. “Ne ho ancora paura: sono sempre stata una persona molto ansiosa, soprattutto per quanto riguarda le questioni di salute. E fare questo vaccino, sviluppato in così poco tempo, mi ha lasciato perplessa sin dall’inizio. Tutto quello che poi è successo con le somministrazioni di AstraZeneca la scorsa primavera, e la possibilità di avere una reazione avversa, certo non ha contribuito a rassicurarmi. Ero spaventata, e lo sono ancora oggi. Però trascorrere dieci giorni in una stanza da sola, al Niguarda nel reparto di Malattie infettive, mi ha fatto cambiare idea. La verità è che anche se la pandemia da Covid è iniziata da quasi due anni, molti di noi lo considerano ancora qualcosa di lontano: succede agli altri, non a me. E quindi non c’è bisogno di fare il vaccino: non è vero, io l’ho capito sulla mia pelle”, ha aggiunto.

Ma la paura del vaccino è stata sostituita da una paura più grande: “Potevo davvero morire e lasciare da sola mia figlia: quando sono arrivata in ospedale ero positiva già da una settimana. Era lo scorso settembre, io mio marito e mia figlia probabilmente ci siamo contagiati in vacanza nel Sud Italia. Stare attenti e portare la mascherina non ci ha messo al riparo dal virus. La prima a infettarsi è stata la mia bambina, poi è toccato a me e mio marito. Io, dopo giorni di febbre a 39.5 che non scendeva nemmeno con la Tachipirina, ho iniziato a sentire le dita delle mani intorpidite. È stato un campanello d’allarme: ho chiamato il 118, mi hanno portato al pronto soccorso del Niguarda”.

“Mi hanno ricoverato subito: polmonite da Covid, polmoni compromessi al 30 per cento. Senza alcuna patologia pregressa. Mi hanno messo subito il casco e mi hanno detto che bisognava aspettare quattro giorni: se non miglioravo, si sarebbe dovuto vedere cosa fare. Per fortuna, sono migliorata”, ha raccontato la donna riguardo quei 10 giorni passati al Niguarda di Milano.

Poi l’appello a chi ancora non si è vaccinato: “Il Covid è una malattia insidiosa, puoi rimanere asintomatico o avere pochi sintomi. O puoi ritrovarti, in poche ore, in grave pericolo, come è successo a me. Se il vaccino può evitare tutto questo, è giusto farlo: appena possibile lo farò”.

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