L’operaio immigrato a Napoli cacciato, insultato e minacciato per aver chiesto un giusto compenso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-02

Un giovane immigrato della Costa d’Avorio è stato minacciato pesantemente dal suo ex datore di lavoro per avergli chiesto un compenso più equo e un vero contratto di lavoro

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Insulti razzisti, minacce, e licenziamento in tronco. Il tutto per aver “osato” chiedere un contratto vero e una giusta retribuzione. È la denuncia di un immigrato 34enne della Costa d’Avorio, che dopo aver avanzato la richiesta di alcune tutele al suo datore di lavoro, il titolare di un’officina meccanica nel rione Materdei di Napoli, si è visto recapitare un messaggio Whatsapp carico di odio: “Sei un negro, rimarrai schiavo a vita, devi fare solo il negro nella tua vita come lo fate tutti quanti, perciò siete negri di… Se ti acchiappo ti mando all’ospedale”.

“Fin quando lavoravo dodici ore al giorno e mi stavo zitto con i 15 euro che prendevo – racconta il giovane – andava tutto bene, ma quando ho chiesto un contratto e una giusta retribuzione lui mi ha cacciato offendendomi per il colore della pelle”. Ma oltre alle offese, sono arrivate anche le minacce di aggressione: “Ora mi cerca per farmi male perché non vuole che vada a lavorare da altre parti”.

Il lavoratore, immigrato richiedente asilo, meccanico ma anche elettrauto e gommista, è arrivato in Italia nel dicembre 2017 ed è attualmente ospite di un centro di accoglienza del Casertano. Preferisce non mostrare il suo volto, intimorito dall’incredibile violenza di quello che si può definire a tutti gli effetti un caporale delle auto. Il coraggio di denunciarlo, però, l’ha fortunatamente trovato.

Ed è nelle carte del suo avvocato, il nigeriano Hilarry Sedu che segue le vicende di sfruttamento lavorativo di numerosi richiedenti asilo, che finirà il messaggio vocale inviatogli ieri sera dal suo ormai ex datore di lavoro. “Il comportamento di questo indecoroso imprenditore – dice il legale – offende, oltre alla persona di pelle nera, anche tutte le persone che legittimamente chiedono la giusta retribuzione, ma soprattutto che chiedono di voler lavorare in condizioni di legalità. Il razzismo non è da sottovalutare: può essere la mina che farà saltare le fondamenta della nostra democrazia”.

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