Così a Roma il I Municipio vuole cacciare gli artisti di strada

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-14

Il Consiglio del I Municipio di Roma, guidato dal PD, ha approvato una mozione che limita l’attività degli artisti di strada nelle strade e nelle piazze del centro storico. Ora il Comune dovrà decidere se metterlo in pratica. E mentre la FNAS annuncia battaglia legale qualche artista di strada fa autocritica

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Il I Municipio di Roma, uno dei due guidati dal Partito Democratico, ha approvato la mozione numero 19 del 9 marzo 2017 presentata dai consiglieri Matteo Costantini, Giulia Urso e Nathalie Naim che istituisce il divieto per gli artisti di strada di esibirsi in alcune aree e vie del centro storico della città. Se la giunta approverà la mozione i cosiddetti “fracassoni” dovranno dire addio a trentacinque tra vie e piazze del centro della Capitale dove solitamente si esibiscono.
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Dove gli artisti di strada non potranno esibirsi

La proposta di divieto per gli artisti di strada è stata raggiunta dopo un confronto con commercianti e residenti delle aree interessante e dopo che la Polizia Locale ha stilato un elenco delle strade e delle piazze dove erano stati presentati esposti e si sono verificati episodi di violenza legati a malumori o dissapori per la presenza degli artisti di strada. Nel dettaglio le vie e piazze in cui è inibita l’attività di artisti di strada:
“Largo Goldoni; Via Condotti; Via Frattina; Piazza di Pietra; Via dei Pastini; Via delle Paste; Via della Maddalena; Via degli Orfani; Via del Pantheon; Via Campo Marzio; Piazza del Colosseo; Via Sacra; Piazza Madonna dei Monti; Via del Corso; Via delle Muratte; Via dei Serpenti; Via dell’Angeletto; Via di Torre Argentina; Largo di Torre Argentina; Via del Governo Vecchio; Via delle Carrozze; Via dei Giubbonari; Largo dei Librari; Via di Campo Marzio; Piazza di Sant’Egidio, Via della Lungaretta; Piazza Santa Maria In Trastevere; Via del Babuino; Via del Gambero; Via della Scala; Piazza della Scala; Vicolo del Cinque; Piazza Santa Apollonia, via Urbana, piazza dei Cairoli, largo dei Lombardi”.
L’obiettivo è ovviamente quello di tutelare la quiete dei residenti e il lavoro dei commercianti del centro storico, gli artisti di strada potranno in ogni caso esibirsi nelle aree dove già si trovano delle apposite postazioni stabilite dal regolamento del campidoglio ossia piazza Navona, piazza Trilussa, piazza di Spagna, Piazza del popolo, Campo de’ Fiori, Piazza Mignanelli. Ma forse nemmeno lì potrebbero essere garantite le loro esibizioni, almeno stando a quanto ha scritto domenica la consigliera Naim sul proprio profilo Facebook.
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Per la consigliera Naim, impegnata anche sul fronte del No Led contro la nuova illuminazione a Led che l’Amministrazione capitolina sta facendo installare in città, si tratta di un atto dovuto:

un piccolo elenco di strade rispetto a quello che è un problema che è esteso a molti più luoghi. Un atto che abbiamo fatto per la salvaguardia di chi vive e lavora in diverse zone dove sono arrivate decine e decine di esposti alla polizia locale. Pensiamo a tutelare lavoratori, bambini che fanno i compiti, anziani, nonchè agli spazi necessari per permettere a soccorsi e forze dell’ordine di operare in caso di bisogno. Abbiamo sentito tanti cittadini e commercianti e questo è stato il criterio scelto per salvaguardare la popolazione. Servirebbe un regolamento più restrittivo che bilanci gli interessi di tutte le parti. Tutte le città europee, Londra, Parigi, Berlino hanno una sorta di albo a numero chiuso per gli artisti di strada e sono vietati ovunque gli amplificatori e gli strumenti impattati. Servirebbe qualcosa di analogo.

Senza dubbio il problema esiste, perché molto spesso gli artisti di strada sono più sedicenti tali che veri e propri performer. In realtà però la mozione non colpisce solo gli artisti di strada più rumorosi, ma tutti indistintamente, segno che forse il disturbo arrecato alla quiete pubblica (di una metropoli come Roma) non è solo quello che riguarda le emissioni acustiche indesiderate (soprattutto nelle ore notturne).

Le reazioni degli artisti di strada

Gli artisti di strada della FNAS (Federazione Nazionale Artisti di Strada) rispondono parlando di una sconfitta della politica che non essendo in grado di governare o mediare le legittime istanze dei residenti con quelle degli artisti di strada ha preferito proibire qualsiasi forma di esibizione. Gli artisti di strada ricordano al I Municipio che “ci sono cinque articoli della Costituzione che parlano della libertà di espressione, lo spazio pubblico non è di proprietà dei residenti, né dei politici, né del Municipio. Lo spazio pubblico è di tutti” e criticano chi “si è arrogato il diritto di vietare ad altri che si comportano in maniera corretta l’utilizzo di luoghi di cui non sono proprietari se non nella stessa misura in cui lo sono gli artisti, cittadini a loro volta”. Pur dichiarandosi disposti a far valere le proprie ragioni presso il Tar gli artisti di strada si dicono disponibili ad intraprendere un’azione di dialogo con il consiglio municipale in modo da trovare una soluzione che rispetti i diritti di tutti.

Qualcuno però non è dello stesso parere e riconosce che molti artisti di strada di arte ne facciano ben poca e che l’arte di strada sia spesso una scusa e un pretesto per fare tutt’altro, in fondo anche Dario Fo diceva che “la strada bisogna conquistarsela” senza facilitazioni. Altri artisti di strada invece “minacciano” proteste pacifiche e colorate “con l’unica arma che hanno, ovvero la forza e la gentilezza dell’arte che può buttar giù tutti i muri!”. La questione allo stato è normata con una regolamento approvato con una delibera del Campidoglio del 2010 secondo il quale chi si vuole esibire deve fare una comunicazione alla polizia municipale. Chiunque si può esibire ovunque tra le 9-13 e le 16-20 o 22 a seconda dei periodo dell’anno. Originariamente era previsto un divieto all’uso di amplificatori e strumenti impattanti, salvo esplicita autorizzazione, divieto che è stato eliminato con ricorso alla giustizia amministrativa.

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