Willy, le motivazioni della sentenza: “Dai fratelli Bianchi una furia cieca, tutti gli imputati sapevano di poter uccidere”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-30

Ecco le motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte d’Assise di Frosinone hanno disposto l’ergastolo per i fratelli Bianchi

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“L’irruzione dei fratelli Bianchi sulla scena di una disputa sino ad allora solo verbale, e comunque in fase di spontanea risoluzione, fungeva da detonatore di una cieca furia”. E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte d’Assise di Frosinone hanno disposto l’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 per Mario Pincarelli, accusati della morte di Willy Monteiro Duarte, per il pestaggio avvenuto a Colleferro la sera del 6 settembre 2020.

“L’azione violenta, invero già in atto in quanto i due fratelli si erano fatti largo fra la folla a spintoni e manate – scrivono i giudici – a quel punto otteneva ulteriore impulso. I quattro si compattavano a falange ed avanzavano in modo sincrono, impattando contro il corpo del povero Willy che si era appena intromesso per capire cosa stesse accadendo”. Per i giudici “è proprio in quel momento che egli veniva colpito da Gabriele Bianchi con un violentissimo calcio frontale al petto portato con tecnica da arti marziali che lo sbatteva contro un’auto in sosta. Ed il tentativo del povero ragazzo di rialzarsi veniva respinto dapprima con un pugno del medesimo Gabriele Bianchi mentre il fratello con un calcio neutralizzava il tentativo del Cenciarelli di correre in aiuto di Willy e, poi, da calci e pugni inferti da tutti e quattro gli imputati, finanche mentre il ragazzo era inerme a terra; il tutto nel brevissimo volgere di pochi secondi. Quindi i quattro correvano via e salivano in auto dandosi a fuga precipitosa”.

Omicidio Willy, i giudici del Tribunale di Frosinone: “Tutti gli imputati erano consapevoli di poter uccidere”

Tutti e quattro gli imputati “avevano la percezione del concreto rischio che attraverso la loro azione Willy potesse perdere la vita, e nondimeno hanno continuato a picchiarlo”. “Se è corretto affermare che la discussione verbale in atto degenerava, improvvisamente, in una azione violentissima per volontà di Gabriele Bianchi, che per primo sferrava il violentissimo calcio al petto di Willy – sottolineano i giudici – è però altresì corretto affermare che a tale volontà accedevano anche gli altri imputati, che come si è visto non solo si compattavano ma tenevano il livello della violenza sulla persona del povero Willy sul medesimo, crudele, livello impressogli dal Bianchi Gabriele, visto che lo colpivano con violentissimi calci al capo ed al corpo fino a provocargli il complesso lesivo gravissimo”.

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