Mihajlovic e il «diritto» all’ignoranza su Anna Frank

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-30

Gigi Riva su Repubblica: «Al netto della bugia, l’ignobile teatrino sul tema Anna Frank sdogana un diritto all’ignoranza di cui un tempo ci si vergognava. Oggi se ne mena vanto»

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Gigi Riva su Repubblica oggi scrive su Sinisa Mihajlovic, allenatore del Torino ed ex giocatore della Lazio, e sulla risposta di quest’ultimo in conferenza stampa a chi gli chiedeva un’opinione sulla vicenda degli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma. Riva ricorda che nella ex Jugoslavia la vicenda di Anna Frank si studiava a scuola e la risposta dell’allenatore del Torino non è credibile, anzi:

Anna Frank e la Shoah sono argomenti di studio sia nella scuola primaria sia nella secondaria. Tanto più ai tempi del bambino Sinisa, in epoca di Jugoslavia socialista, quando la II guerra mondiale era ancora più accuratamente analizzata perché lì affondavano le radici, i miti partigiani, l’epopea di Tito, la resistenza al nazismo, responsabile, tra l’altro, del bombardamento di Belgrado (6 aprile 1941).
Il “Diario” era in alcuni istituti obbligatorio, in altri consigliato. Nel campo di concentramento ustascia di Jasenovac furono sterminati serbi ed ebrei. Gli stessi serbi al pari degli ebrei si considerano un “popolo celeste” e per questo vessato. Era inoltre di origini ebree Mosa Pijade, tra i più stretti collaboratori del Maresciallo e teorico dell’ideologia marxista. La supposta “sincerità” di Mihajlovic, già minata dallo spostamento progressivo della sua versione («Ma chi è Anna Frank?», «Non la conosco», «Sì, la conosco ma non ho letto il suo libro») viene così sepolta.

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E lascia trasparire il sospetto che l’eroe della curva Nord della Lazio abbia voluto svicolare per non urtare la sensibilità dei suoi vecchi sostenitori, già autori del vergognoso striscione di sostegno alla “tigre Arkan”, autore della pulizia etnica e amico di Sinisa.
Il quale, per srotolare il rosario delle sue posizioni “coraggiose e anticonformiste”, definì Ratko Mladic, il macellaio di Srebrenica, «un patriota che combatte per il suo popolo». Apostrofò con l’epiteto “nero di merda” il calciatore Vieira durante un incontro. Al netto della bugia, l’ignobile teatrino sul tema Anna Frank sdogana un diritto all’ignoranza di cui un tempo ci si vergognava. Oggi se ne mena vanto.

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