Il pugile italiano salito sul ring col corpo ricoperto di tatuaggi inneggianti al nazismo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-19

Michele Broili ha combattuto contro Hassan Nourdine per la finale del campionato italiano Superpiuma sfoggiando tatuaggi come il totenkopf dei campi di concentramento e il simbolo delle SS. La Federpugilato l’ha segnalato agli Organi di giustizia federale

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Durante un incontro di pugilato avvenuto ieri al Palachirabola di Trieste valevole per il titolo italiano Superpiuma, il pugile Michele Broili – che sfidava l’avversario Hassan Nourdine – ha sfoggiato a petto nudo diversi tatuaggi inneggianti al nazismo, tra cui il totenkopf che richiama l’unità paramilitare addetta alla custodia dei campi di concentramento della Germania nazista, e il simbolo delle SS. Immagini che non hanno neanche portato bene sul ring a Broili: Nourdine infatti si è imposto nettamente (98-91; 98-91; 96-95) laureandosi campione d’Italia SuperPiuma.

La Federpugilato ha diramato un comunicato in cui spiega di voler “chiarire immediatamente la propria posizione e renderla pubblica”. “Durante l’incontro – si legge nella nota – si sono notati alcuni tatuaggi sul corpo del Pugile Broili inneggianti al nazismo e, come tali, costituenti un comportamento inaccettabile e stigmatizzato da sempre dalla Federazione Pugilistica Italiana, la quale è costantemente schierata contro ogni forma di violenza, discriminazione e condotta illecita e/o criminosa. Ovviamente di tale comportamento è esclusivamente responsabile il tesserato che lo ha posto in essere e, semmai, indirettamente ed oggettivamente la Società di appartenenza che lo abbia avallato e/o tollerato. Alcuna responsabilità può e deve essere ascritta alla Federazione Pugilistica Italiana, la quale non può essere a conoscenza delle scelte personali di ogni singolo tesserato sino a quando non ne abbia contezza”.

La Federazione ha provato quindi a smarcarsi dalle critiche e “condanna e stigmatizza con forza e perentoriamente il comportamento del proprio tesserato e si dissocia da ogni riferimento che i tatuaggi offensivi dallo stesso portati evochino. Tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal ‘Codice di Comportamento Sportivo del Coni (art.5)’ che la Fpi recepisce, condividendone spirito e contenuto”. Per questo motivo la Fpi ha annunciato di voler segnalare il caso agli Organi di Giustizia Federali “affinché di tale comportamento sia valutata nelle sedi opportune la contrarietà rispetto allo Statuto ed ai Regolamenti Federali e vengano adottate le opportune misure sanzionatorie anche a tutela dell’immagine della Federazione Pugilistica Italiana. Riservandosi, altresì, ogni opportuna azione”.

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