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Matteo Testa, il farmacista no vax di Novara che scende in piazza con la pettorina da deportato della Shoah
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-01-31
Lo aveva già fatto il 30 ottobre scorso insieme a Giusy Pace. Ora Matteo Testa ripropone il vergognoso parallelismo
Era già successo qualche mese fa, e all’epoca il nome che sembrava essersi intestato la discutibile gloria di quella protesta era stato quello di Giusy Pace. Ma in quella piazza di Novara che aveva strumentalizzato in modo indegno le divise delle vittime della Shoah nei campi di concentramento c’era anche Matteo Testa, che si definisce “farmacista libero”. E anche ieri è tornato a protestare con una pettorina a strisce, anche se senza stella di David.
Matteo Testa, il farmacista no vax di Novara che scende in piazza con la pettorina da deportato della Shoah
Non è bastata la critica unanime che era stata rivolta a Giusy Pace, anche questa volta presente, e a Matteo Testa: all’epoca l’infermiera sospesa arrivò all’ineffabile giustificazione di dire, scevra di ogni minima forma di vergogna, che non c’entra nulla lo sterminio degli ebrei perché non c’erano altri simboli. E, senza nominare la stella di David afferma che se proprio avessero voluto avrebbero indossato il triangolo rosso dei politici deportati. Adesso, pur ribadendo senza pudore il parallelismo tra il green pass e l’Olocausto Matteo Testa evita di portare la pettorina con la Stella di David, come se bastasse.“Invece del numero di matricola, ognuno ha messo una parola che gli sta a cuore. Come potete notare su questa pettorina non ci sono simboli, stelle gialle o di altri colori a ricordare qualche etnia. La vedete? Io no. E al posto della matricola abbiamo scelto una parola. La mia è libertà. Quindi non è stata una manifestazione per ricordare indegnamente le atrocità subite nei campi di concentramento ma per ricordare che ci sentiamo prigionieri di uno Stato che ci pone una restrizione sempre più importante della nostra libertà”.
, dice. Erano comunque davvero in pochi quelli che sono andati con lui a protestare. Si parla di circa una quarantina di persone che si sono disperse intorno alle 17 del pomeriggio e alle quali è stato anche offerto del tè e del vin brulè. Ma la vicenda non è finita: sono infatti in corso da parte della Questura valutazioni sulla vicenda, che sarà portata all’attenzione della Procura come nel precedente episodio.