L’imbarazzante tentativo di Salvini di avvicinare i giovani utilizzando il loro slang: “Che squadra siamo bro?” | VIDEO

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-20

Matteo Salvini sembra il leader più interessato a colpire i ragazzi: imperdibili i suoi goffi tentativi di avvicinarli imitandone lo slang

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Dopo lo sbarco su Tik Tok della maggior parte dei leader, continua per i vari presidenti e segretari di partito l’ostica “operazione giovani”, con i ragazzi che, come al solito, sembrano tornare al centro dell’attenzione dei politici solo quando si tratta di conquistare il loro voto più che in relazione a concrete proposte di programma.

La Generazione Z conta un bacino potenziale di 6 milioni di elettori, i cui cuori vanno conquistati prima che sia troppo tardi. E i leader politici lo sanno bene, anche perché il 25 settembre si avvicina sempre di più. Il segretario leghista Matteo Salvini sembra il più interessato a colpire i ragazzi: i suoi goffi tentativi di avvicinarli imitandone lo slang o mettendo in mostra un improbabile fare da “amicone” sono forse i più esilaranti. L’ultimo è andato “in onda” in diretta durante la canonica live serale di Salvini su Instagram e non è di certo sfuggito agli attenti utenti di Twitter.

L’imbarazzante diretta in cui Matteo Salvini utilizza lo slang dei giovani: “Ma che squadra siamo bro?”

Sorrisoni, linguaggio schietto, risata pronta, botta e risposta con il popolo: sono questi i principali ingredienti della classica live su Instagram di Matteo Salvini. Ma non solo. Il carattere “camaleontico” del segretario leghista è uscito tutto fuori ieri, quando, durante la diretta, ha così commentato l’alta partecipazione dei followers ai suoi collegamenti notturni da casa:

Venticinquemila mi piace in pochi minuti all’una di notte. Ma che squadra siamo “bro”?

Un linguaggio, questo, certamente non istituzionale per un papabile futuro ministro in caso di vittoria del Centrodestra. Ma che di certo, dal suo punto di vista, contribuirebbe a trasmettere ai giovani una certa irresistibile aria di familiarità. Il dubbio, però, è che molti ragazzi di fronte a quest’uomo sulla cinquantina che li chiama “bro” si facciano semplicemente una fragorosa risata. Altro che sentirsi più “vicini”.

 

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