Opinioni
Matteo Renzi: Verdini chi?
di dipocheparole
Pubblicato il 2016-06-10
In un meraviglioso retroscena firmato da Francesco Verderami sul Corriere della Sera dell’8 giugno (e che segnaliamo con colpevole ritardo) si mostra in poche battute una biografia del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il quale si rivolge al fido collaboratore Luca Lotti addossandogli l’intera responsabilità dell’alleanza (che “avete fatto”) con Denis Verdini: Quando l’ ha […]
In un meraviglioso retroscena firmato da Francesco Verderami sul Corriere della Sera dell’8 giugno (e che segnaliamo con colpevole ritardo) si mostra in poche battute una biografia del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il quale si rivolge al fido collaboratore Luca Lotti addossandogli l’intera responsabilità dell’alleanza (che “avete fatto”) con Denis Verdini:
Quando l’ ha visto entrare, domenica notte, Renzi ha cercato il suo sguardo: «L’ alleanza che avete fatto non ha dato grandi frutti». «Non è così, aspetta e vedrai», gli ha risposto Lotti senza alzare gli occhi. Renzi ha aspettato che gli exit poll diventassero proiezioni, poi che le proiezioni diventassero voti effettivi, e l’ indomani – preso atto delle sconfitte a Cosenza e soprattutto a Napoli – ha provato a lasciare i cocci rotti agli altri.
Forse a Lotti, di sicuro a Verdini, difeso pubblicamente subito prima delle Amministrative e scaricato pubblicamente subito dopo le Amministrative, con una brutalità che deve aver fatto ricordare al leader di Ala il giudizio pronunciato una volta da Berlusconi sul «giovane Matteo»: «Denis, è cattivo».
L’affermazione fa il paio con quella, riportata dalla Stampa, sull’invidia per i candidati “giovani e competenti” del MoVimento 5 Stelle: «un risveglio amaro per tante ragioni: Roma, Napoli, alcuni Comuni della sua Toscana, ma non solo. Esattamente due anni fa, col trionfo alle elezioni Europee, Matteo Renzi politicamente era il padrone d’Italia, leader emergente in Europa. Ventiquattro mesi dopo, a dispetto di un consuntivo quantitativamente imponente, il Pd di Renzi ha perso nelle cinque città più importanti del Paese circa mezzo milione di voti, passando da 1 milione e 200 mila del maggio 2014 ai 700 mila di domenica. Quanto c’è di localistico e quanto di “renziano” in questa caduta?». «Mi spiegate come mai noi non siamo capaci di esprimere candidature giovani e competenti?». Noi un’idea ce l’abbiamo: