Martina Evatore, la ragazza che sfila con gli abiti che indossava quando fu vittima di violenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-11

La risposta migliore a chi dice “se l’è cercata” l’ha data Martina Evatore sfilando al concorso di bellezza Miss Venice Beach

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Lei si chiama Martina Evatore, ha 20 anni. Una bella ragazza indubbiamente, con una testa ancora più bella. Perché durante la sua partecipazione al concorso di bellezza Miss Venice Beach ha utilizzato la sua sfilata per lanciare un messaggio importante contro i pregiudizi. Proprio lei che tre anni fa fu vittima di un tentato stupro ha deciso di indossare gli stessi abiti di quel giorno, il  29 luglio del 2019, quando ancora minore sventò la violenza solo grazie alla sua presenza di spirito e al corso di difesa personale che le ha dato la forza di reagire spaventando il suo aggressore, che scappò.

Martina Evatore, la ragazza che sfila con gli abiti che indossava quando fu vittima di violenza

 

Così Martina Evatore si è presentata con pantaloni neri alle caviglie, scarpe bianche sportive, una maglietta e una giacca mimetica. Un outfit qualunque per dimostrare un concetto importante. Perché Martina racconta che c’è ancora chi crede che la colpa di una violenza sessuale possa essere attribuibile alla vittima, come spiega: «Qualche giorno fa una delle mie amiche più strette, vedendomi vestita con un abito estivo lungo, attillato sul busto, al corrente della mia vicenda, mi ha detto: Se vai in giro vestita in questo modo, te la cerchi. La sua affermazione era in buona fede. Sa quello che mi è successo. Ma le sue parole hanno fatto scattare in me il desiderio di raccontare che cosa ho passato. E specialmente la volontà di sconfiggere questo maledetto stereotipo, al fatto che ancora adesso non poche donne non siano libere di vestirsi come vogliono perché un abito piuttosto che un altro potrebbe attirare le attenzioni di qualcuno, istigare ad una violenza. Quello che ha detto la mia amica, altro non è che l’ennesima affermazione di quella natura che mi sento ripetere da quando c’è stato quel tentativo di violenza». Lei ha rischiato uno stupro con dei pantaloni larghi ma se avesse indossato qualsiasi altro abito non avrebbe comunque avuto alcuna responsabilità: «Non è l’abbigliamento che istiga alla violenza», ha continuato sottolineando «Voglio dire a tutte coloro che si sono trovate o si troveranno in una situazione come la mia, che devono denunciare. Non bisogna stare in silenzio. Non ci si deve vergognare. Noi siamo le vittime».

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