Mario Sconcerti e quel discorso sulla “mescolanza di razze” nella rosa del Milan

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-09

Il giornalista sportivo Mario Sconcerti parla esplicitamente di “razze” in un editoriale sulle differenze tra Inter e Milan: non è la prima volta che usa impropriamente questo termine ormai superato da ogni evidenza scientifica

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Sta facendo molto discutere un editoriale di Mario Sconcerti comparso su calciomercato.com nel quale il giornalista, descrivendo le differenze tra Inter e Milan – le due squadre rimaste a contendersi lo Scudetto – e lodando l’eterogeneità della rosa dei rossoneri, ha parlato esplicitamente di “razze”. “Il Milan ha in campo sempre cinque/sei giocatori afro-caraibici, più morbidi, spesso tecnici, più istintivi, più potenti – dice Sconcerti – credo da molto che una squadra, per essere grande, debba mescolare le etnie dei suoi giocatori, perché ogni origine diversa porta a idee di gioco diverse, a qualità complementari. Naturalmente non è obbligatorio, ma con una mescolanza di razze hai movimenti diversi, culture diverse e quindi conseguenze fisiche e tecniche diverse. C’è una maggiore possibilità di completarsi”.

Mario Sconcerti e quel discorso sulla “mescolanza di razze” nella rosa del Milan

Il discorso, un elogio della diversità dal punto di vista sportivo per il raggiungimento dei risultati, scade nel momento in cui viene citato il termine “razza” in relazione ai calciatori “afro-caraibici” del Milan. Come riconosciuto universalmente dalla scienza e come ricorda in particolare l’Associazione Genetica Italiana nell’uomo non esistono razze biologiche: “Lo studio dei genomi dimostra che ciascuno di noi condivide con qualunque sconosciuto, di qualunque continente, il 99,9% del suo DNA. Non basta: quell’1 per mille di differenze è distribuito in modo tale che ciascuna popolazione ospita in media l’88% della variabilità dell’intera specie umane. In altre parole, individui di popolazioni anche lontane sono a volte molto più simili dei nostri vicini di casa. Ricordiamoci delle innumerevoli vite salvate ogni anno nel mondo dalle trasfusioni di sangue e dai trapianti di organi che coinvolgono anche persone di continenti diversi”.

Non è la prima volta che Sconcerti utilizza impropriamente questo termine: commentando gli Europei nel 2016 fece calare il gelo in studio descrivendo il Portogallo come una squadra “fatta di tante razze”, mentre in un articolo del 18 marzo apparso sul Corriere della Sera scriveva: “Oggi il grande calcio è mescolanza, l’insieme dei migliori di qualunque razza”.

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