Cultura e scienze
Reborn Dolls: perché fare un figlio vero quando puoi averlo di silicone?
Giovanni Drogo 18/09/2017
Non tutti i proprietari di Reborn Dolls sono collezionisti o appassionati. C’è chi le porta a passeggio a fare shopping come dei bambini veri e chi invece passa il tempo al Pronto Soccorso pediatrico a parlare con i genitori dei bambini veri
Le bambole reborn (Reborn Dolls) sono un particolare tipo di bambole molto realistiche. Bambole di neonati iperrealistiche che nei modelli molto dettagliati possono arrivare a costare anche una decina di migliaia di euro. Il prezzo base è però molto più basso, siamo intorno ai cinquecento euro. Qualche tempo fa il Corriere della Sera le definiva “l’ultima follia del Web“. Una definizione forse esagerata perché il Web c’entra fino a questo punto. La “follia” invece sarebbe quella delle finte mamme che aspettano mesi la consegna della bambola e nel frattempo parlano delle Reborn Dolls come se fossero dei bambini in carne ed ossa.
I collezionisti di Reborn Dolls
Ad esempio il mercatino su Facebook delle bambole usate – dove ci si può fare un’idea dei prezzi – si chiama “Bambole Reborn Dolls – da adottare“. Perché intorno alle bambole “rinate” c’è un vero e proprio mercato. C’è chi cerca “un maschio con gli occhi chiusi e i capelli castani” e chi invece cerca consigli su qualche produttore specializzato in mani e piedi estremamente realistici. C’è anche chi cerca una Reborn Dolls ad un prezzo accessibile da regalare ala nipotina. Insomma per qualcuno le bambole iperrealistiche sono niente di più che un oggetto da collezione (come lo sono state quelle di porcellana) mentre per altri – quelli che si ingegnano a “dare vita” ad una propria produzione – è una sorta di modellismo.
A fianco del mercato delle bambole c’è tutto un mondo fatto di accessori e vestitini. E ci sono le variazioni sul tema: ad esempio i neonati di elfo (sì, quelli del Signore degli Anelli). Quando l’attesa per la bambola si fa lunga i proprietari condividono le foto “pre nascita” con gli altri utenti. Ovviamente tutte le bambole hanno un nome, scelto con cura come i dettagli e l’aspetto fisico.
La gioia dell’arrivo del “primo bimbo reborn” è tale che deve essere annunciata su Facebook con tanto di dati biometrici. Peso e altezza del “neonato reborn” vengono annunciati con l’orgoglio di tutte le neo mamme.
La maggior parte degli acquirenti è fatta da collezionisti: persone che prima delle reborn si erano dedicati a collezionare Barbie o Bratz e che hanno una vera e propria passione per le bambole. Al di là della terminologia legata alla natalità, che difficilmente sarebbe stata usata per l’ultimo modello di Winx, non sembrano esserci aspetti particolarmente strani di questa cosa delle Bambole Reborn. Chi sta sull’Internet a lungo saprà bene che per quanto bizzarra questa cosa delle bambole reborn non è poi così diversa dai tanti interessi strani condivisi sui gruppi di appassionati.
La “mamma” della Reborn Doll che passa il tempo in pronto soccorso pediatrico
C’è però un aspetto che merita di essere approfondito. Aspetto che probabilmente non riguarda che una piccola parte dei collezionisti di Reborn Dolls. Da qualche parte infatti sembra ci siano persone – adulti non bambini – che con le bambole ci vanno in giro, dopo aver comprato l’ovetto o il “trio”. Ci sono pagine Facebook di persone che postano i video mentre vanno “a fare shopping con i gemellini”.
Anche qui c’è chi pur storcendo il naso potrà dire che in fondo “non fanno nulla di male” e che come passatempo è un po’ bizzarro ma nulla di più. A volte però c’è qualche proprietario di Reborn Doll che si fa prendere decisamente la mano. La pagina Facebook Il Super Speciallizzando ha raccontato di un curioso episodio accaduto un un pronto soccorso pediatrico dove da un paio di giorni la mamma di un neonato si presentava regolarmente ogni mattina. Dal momento che la mamma non faceva il triage nessuno ci ha fatto caso più di tanto, poteva benissimo essere una persona che faceva visita ad un parente o ad un’amica. Ma il padre di un bambino ricoverato in osservazione ha riferito ai medici che la mamma aveva detto che il figlio soffriva degli stessi sintomi del bambino ricoverato.
I medici a quel punto si sono preoccupati e hanno chiesto alla signora se voleva far visitare il figlio. A questa richiesta la donna si è allontanata di fretta, facendo insorgere in una specializzanda il dubbio che il bambino potesse essere vittima di qualche abuso. Sorpresa: era una bambola, anzi era una Reborn Doll molto realistica. Ovviamente la signora si è giustificata dicendo che “non c’è nulla di male” e che “non sono mica bambole”. Questo è proprio il genere di casi di cui parlava Il Signor Distruggere qualche tempo fa. Lungi da noi fare una diagnosi di alcun tipo ma sembra proprio che per una nicchia dei proprietari di bambole rinate questi neonati finti siano davvero molto più che bambole.