Il M5S a Roma studia i tagli agli stipendi dello staff (appena concessi)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-18

Dietrofront: il rischio di ricorsi in procura e alla Corte dei Conti costringe la giunta Raggi a ridiscutere alcuni compensi o a rischiare di vedersi annullate le nomine dalla magistratura

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Salvatore Romeo e Andrea Mazzillo sono nel mirino della maggioranza del MoVimento 5 Stelle a Roma. Subito dopo le due nomine della Giunta Raggi si erano levate alcune voci di protesta per i compensi troppo alti allo staff della sindaca e della giunta: l’unico a parlare apertamente era stato il capogruppo regionale David Porrello, che in effetti aveva chiesto anche di mettere un tetto agli stipendi dei dirigenti in quel di via della Pisana. Sotto traccia però le perplessità per le nomine della giunta erano presenti anche tra i consiglieri comunali capitolini

Il M5S studia i tagli agli stipendi dello staff (appena concessi)

Ma a pagare non sarà Carla Romana Raineri, nonostante l’esempio di Torino dove il capo di gabinetto della sindaca Appendino percepisce meno della metà della magistrata romana. Nel mirino c’è invece Salvatore Romeo. Sul quale pende il rischio di un ricorso alla Corte dei Conti, visto che è stato utilizzato l’articolo 110 del TUEL per l’assunzione nonostante questo prevedesse un bando pubblico. E anche Andrea Mazzilli rischia: nonostante sia stato nominato con l’articolo 90, si rischia anche qui l’annullamento perché non è stata rispettata la pianta organica.

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Gli stipendi dello staff della Giunta Raggi (Il Messaggero, 17 agosto 2016)

Ieri si era sparsa la voce che i tagli allo staff sarebbero stati varati già oggi durante la giunta che nominerà Stefano Bina nuovo direttore generale di AMA per tre mesi. L’ipotesi è stata smentita ma i tagli arriveranno lo stesso: racconta il Messaggero che più di un avvocato, sentito dopo che la minoranza h aannunciato una serie di esposti alla Procura e alla Corte dei conti, ha fatto notare che ci si è messi su una strada pericolosa. «Non è solo un problema di money: avere utilizzato l’articolo 110 del testo unico degli enti locali che consente stipendi molto alti ma prevede un bando pubblico invece dell’articolo 90 (che però avrebbe fissato un tetto ai salari) è attaccabile. Non solo: laddove è stato usato il 90, assegnando però retribuzioni da dirigenti,si rischiala buccia di banana, perché non si rispetta la pianta organica. Morale: può reggere la difesa d’ufficio («stiamo spendendo meno, in totale, di chi ci ha preceduto»), ma si rischia poi di restare feriti dagli esposti annunciati». Il Messaggero poi accoglie il grido di dolore di chi, nell’ufficio stampa del comune di Roma, “lavora a zero euro” e che “verrà regolarizzato con stipendi bassi e senza un contratto giornalistico”. In realtà nessuno ha lavorato finora a zero euro: lo stipendio di chi è nello staff della Raggi è stato infatti pagato dal MoVimento 5 Stelle Camera. Sugli “stipendi bassi”, poi, magari andrebbe fatto notare che 50mila euro l’anno non sono esattamente una miseria, soprattutto con i chiari di luna attuali nelle redazioni.

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