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Il M5S e l'intesa con Pietro Grasso dopo le elezioni

Alessandro D'Amato 05/12/2017

il MoVimento 5 Stelle potrebbe cercare in Liberi e Uguali i voti necessari per formare un governo con Luigi Di Maio. Oppure toccherà alla Lega di Salvini. Con l’obiettivo della governabilità e della stabilità

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Se Liberi e Uguali di Pietro Grasso riscuotesse un buon risultato alle prossime elezioni, il MoVimento 5 Stelle potrebbe cercare nella formazione di Pietro Grasso i voti necessari per formare un governo con Luigi Di Maio. L’apertura, che è però subordinata alle percentuali raggiunte da MDP-Sinistra Italiana-Possibile, è comunque speculare a quella che si farebbe alla Lega di Salvini in caso di exploit del Carroccio. Ne parla oggi Ilario Lombardo sulla Stampa.

Il M5S e l’intesa con Pietro Grasso dopo le elezioni

«Guardiamo con attenzione a Pietro Grasso. Se i sondaggi si dimostreranno più generosi con lui, si potrebbe aprire un bel ragionamento», è il virgolettato che viene riportato nell’articolo. Il M5S cerca un partner che abbia in dote un numero a due cifre alle elezioni. «Se Grasso lo raggiunge è possibile un’intesa». E d’altro canto lo stesso Pierluigi Bersani da Lucia Annunziata aveva specificato che le porte ai grillini erano aperte.
movimento 5 stelle pietro grasso

I 5 Stelle sono diventati grandi appassionati di sondaggi. A oggi le proiezioni dicono 170 deputati. Loro credono di poter arrivare a 200. Calcolano che se andasse molto bene potrebbero arrivare al 35%. A quel punto la strada verso il Quirinale, per ottenere l’incarico, potrebbe essere spianata. Potrebbe. Serve appunto un altro consistente numero di seggi per la maggioranza. C’è un presupposto, però, che deve realizzarsi. E se lo stanno ripetendo ogni giorno: «Il Pd e Forza Italia insieme non devono raggiungere il 50%».
Ma – si chiederanno in tanti nel M5S non stavano guardando a un’alleanza anti-establishment con Matteo Salvini? È così. Serve entrare nei meccanismi del pensiero politico grillino per capire le loro ambizioni. Il Movimento si sta strutturando come partito omnibus e il ventaglio di proposte sviluppate va da quelle che si sposano con i canoni della destra ad altre più di sinistra.

La politica dei due forni

Questo perché, pragmaticamente, il MoVimento 5 Stelle si prepara a chiedere a Mattarella l’incarico se alla chiusura delle urne i grillini risultassero il primo partito, anche senza maggioranza in uno o entrambi i rami del Parlamento. Un modo per “prendersi la responsabilità di non lasciare il paese nel caos” dopo la chiusura delle urne, e che proprio per questo prevede la possibilità di fare alleanze di programma con chi ci sta. Il M5S pensa di poter presentare un programma di pochi punti con cui varare un governo tecnico e lasciare al Parlamento il compito di legiferare sul resto. Ben sapendo che il Parlamento italiano è finito spesso nei guai perché troppo lento a legiferare.
luigi di maio governo m5s
In questa ottica l’accordo possibile con Pietro Grasso ha un valore politico identico a quello con Matteo Salvini, anche se il peso specifico è completamente diverso: l’importante, per i grillini, è raggiungere la somma dei voti necessaria a governare. Al resto penserà l’azione diplomatica di Di Maio.

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