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Livorno a Cinque Stelle: la rissa tra Nogarin e la dirigente

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-06-30

La direttrice generale accusa sindaco assessori e consiglieri di “ingerenze indebite” nel lavoro della macchina amministrativa. Filippo Nogarin risponde dicendo che l’ancien regime vuole la restaurazione. Lo spettacolo è assicurato (tanto pagano i cittadini livornesi)

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Non c’è pace a Livorno. In attesa dell’esito delle indagini dei PM e delle valutazioni del Garante del Movimento 5 Stelle in merito agli avvisi di garanzia notificati al Sindaco Filippo Nogarin e all’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti un’altra tegola si abbatte sull’amministrazione a Cinque Stelle. Questa volta la grana per Nogarin arriva direttamente dall’interno della macchina amministrativa: la direttrice generale Sandra Maltinti ha infatti accusato il Sindaco e la maggioranza di gravi ingerenze nel lavoro dei dirigenti arrivando a “pretendere che i dirigenti appongano la firma a valle delle scelte che hanno preso sovrapponendosi di fatto al lavoro dirigenziale“.

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Dalla relazione di Sandra Maltinti alla prima commissione del Comune di Livorno

Le accuse della direttrice generale a Nogarin e alla sua giunta

La Maltinti ha messo nero su bianco le sue accuse al governo a Cinque Stelle di Livorno. Nei giorni scorsi la dirigente comunale era stata sentita per quattro ore in Procura come persona informata sui fatti. Ai PM interessava ottenere qualche chiarimento in merito ad un esposto depositato circa un mese fa dalla direttrice generale nel quale accusava il Sindaco Nogarin di averle fatto firmare le dimissioni in bianco al momento della sua nomina. La Maltinti infatti era stata chiamata a Livorno proprio da Nogarin per dare il via al nuovo corso del governo cittadino, ma a quanto pare dal 2014 ad oggi i rapporti tra la Maltinti e i politici della maggioranza pentastellata sono andati logorandosi. Ieri infatti, durante un’audizione alla prima commissione consiliare la direttrice generale ha presentato una relazione dove sostiene che all’interno del Comune di Livorno c’è “un clima di terrore”. A quanto pare all’interno del Palazzo comunale ci sarebbe un cattivo clima lavorativo e i dipendenti avrebbero paura di esprimere le proprie opinioni. Maltinti fa riferimento all’episodio di un’addetta delle pulizie “sentita al supermercato a parlare male dell’amministrazione” per la quale era stato chiesto il licenziamento in tronco e che è stata successivamente allontanata dal primo piano del Palazzo Civico. Ma non sono questi gli episodi più gravi raccontati dalla direttrice generale che nella sua relazione mette in evidenza come la giunta e la maggioranza si sentano in una specie di stato d’assedio e che quindi siano portati a considerare tutti i dirigenti che non assecondano il loro volere come degli avversari politici. Sindaco e assessori, si legge nella relazione:

mostrano di non aver capito la distinzione prevista dal Testo unico enti locali fra indirizzo politico e gestione amministrativa e tendono a prendere decisioni operative e pretendere che i dirigenti appongano a valle delle loro scelte, il loro parere, sovrapponendosi di fatto all’azione dirigenziale. Questo è contrario alla legge, che è esplicita.

Sandra Maltinti ha ricordato che la macchina amministrativa è un organismo complesso che segue procedure di legge dalle quali non si può prescindere; in questo senso il parere che i dirigenti pongono sugli atti non può essere considerato soggettivo ma è dettato dalle leggi e dai regolamenti:

Se un dirigente pone ad un atto un parere negativo, non è perché non è d’accordo con l’atto o esercita la propria opinione politica, ma è perché l’atto contrasta con le leggi in vigore, infatti si chiama: parere tecnico di legittimità.

Ne consegue che alcuni assessori e consiglieri comunali, nel tentativo di realizzare le loro iniziative personali si rivolgano direttamente agli impiegati “più accondiscendenti” i quali spesso – denuncia Maltinti – non riferiscono ai Dirigenti creando malintesi e disservizi.
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La replica di Filippo Nogarin alle accuse di Sanda Maltinti

Filippo Nogarin, che giusto ieri aveva presentato i due nuovi assessori che “governeranno Livorno per i prossimi otto anni” si è detto sbalordito dalle “dichiarazioni del Direttore generale rese oggi in prima commissione alla presenza dei sindacati, sia per le modalità scelte che per i toni utilizzati“. Secondo Nogarin le gravissime accuse della Maltini sono prive di fondamento e prima di andare a parlarne in pubblico la direttrice generale avrebbe dovuto chiedere un incontro di chiarimento con il Primo Cittadino. Secondo Nogarin Sandra Maltini sta solo tentando di difendere “la sua poltrona il suo lautissimo stipendio”. Secondo Nogarini inoltre la presenza in aula di Ugo De Carlo e dell’ex sindaco Cosmi è il sintomo di un rigurgito dei poteri forti dell’ancien regime che “punta alla restaurazione”. Tanto per confermare la “sindrome d’accerchiamento” che sta vivendo la maggioranza pentastellata. L’amministrazione ha altresì confermato inoltre la revoca dell’incarico alla Maltinti, la quele avrà ora cinque giorni per le controdeduzioni. A quanto pare al di là delle accuse è innegabile che ci sia qualche problema nella selezione dei dirigenti da parte del M5S, difficile però usare la scusa dell’ingenuità.
 

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