Cultura e scienze
Lilli Gruber e i limiti del maschietto Salvini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-11-13
Lilli Gruber, intervistata oggi da Silvia Truzzi sul Fatto Quotidiano, torna sul suo libro “Basta!” e sui suoi scontri con Matteo Salvini per la storia del mazzo di rose
Lilli Gruber, intervistata oggi da Silvia Truzzi sul Fatto Quotidiano, torna sul suo libro “Basta!” e sui suoi scontri con Matteo Salvini per la storia del mazzo di rose:
Il libro parte dal celebre episodio del mazzo di rose promesso da Salvini e mai mandato. Lui per giustificarsi ha detto: “Sono un maschietto”. Che vuol dire?
Peggio: ha detto ‘Ho i limiti di un maschietto’. Sottinteso: non ci si può far niente, è la nostra natura. Ma questo è un concetto profondamente ingiusto, tanto per gli uomini quanto per le donne. Proprio con questa scusa del ‘che vuole, son ragazzi’ la disuguaglianza di genere si è perpetuata nel tempo: i maschi sarebbero geneticamente incapaci di riordinare, pulire, cambiare un pannolino o tenere chiuso nei pantaloni quello che mio marito chiama ‘il muscolo centrale’. Basta. Non è vero che tutti gli uomini sono così. E anche se lo fosse: siamo al mondo per superarli, i nostri limiti.
Ora, c’è da dire che la questione del “maschietto”, prima di Salvini, è stata già affrontata al cinema:
Ma proseguiamo:
Lei dice che la battaglia per la parità tra uomini e donne non è di destra né di sinistra. Però i bersagli dei suoi strali sono soprattutto i politici di destra,da Salvini a Trump. A loro appartengono maggiormente le tre V del discorso pubblico, “visibilità, violenza, volgarità”?
Ammetterà che a cercare un macho nella sinistra italiana si rischiano parecchi dispiaceri… A parte gli scherzi, confermo: la battaglia per la parità di genere è bipartisan e anche bisex. È vero che, dall’America alla Russia e dall’Inghilterra alla Turchia, l’internazionale del testosterone va al potere in schieramenti ‘di destra’(attenzione però: è sciovinista anche Xi Jinping, capo del partito comunista più potente del mondo). A guardar bene, questi leader non sono accomunati da un’ideologia o da una fede politica. Ma dalla corruzione, dall’impunità , dal disprezzo per la democrazia. E per le donne. Per questo sostituirli con leader più equilibrati è il modo per costruire un mondo migliore per tutti: maschie femmine, di destra e di sinistra.
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