Avete per caso sentito parlare di Bibbiano? Secondo alcuni sull’inchiesta della procura di Reggio Emilia sui presunti abusi commessi a Bibbiano è in atto una grandissima operazione di censura, nessuno ne parla. A scoprirlo è stato Jacopo Coghe Portavoce di Pro Vita & Famiglia e Vice Presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie.
In un tweet pubblicato due giorni fa Coghe pubblica un video della fiaccolata organizzata a Bibbiano “per chiedere verità sui minori sottratti illecitamente alle famiglie” scrive che «queste immagini non le vedrete da nessuna parte». Segue l’invito a condividere «per rompere la cortina di silenzio». Il video però è tratto da un servizio del Tg2 del 22 luglio. Un dettaglio trascurabile? No, perché secondo Coghe quelle immagini (si parla di poco meno di un migliaio di persone e non di migliaia) non le potremo vedere da nessuna parte.
Eppure della fiaccolata/flash mob per i “bimbi di Bibbiano” hanno parlato anche i giornali. Qui un articolo del Resto del Carlino che dà conto dell’evento, con tanto di servizio fotografico (ovvero le immagini). Del flash mob hanno parlato anche la Gazzetta di Reggio – con tanto di video – e ne ha parlato anche Il Secolo d’Italia (che ha pubblicato il video).
Nessuna censura, nessuna cortina di silenzio. Per essere un evento che ha visto una partecipazione piuttosto scarsa e per essere un semplice “flash mob” che nulla aggiunge a quanto già si sa sull’inchiesta Angeli e Demoni si può tranquillamente affermare che la fiaccolata ha avuto una buona copertura mediatica (e volutamente abbiamo escluso siti e sitarelli che hanno rilanciato la notizia).
Jacopo Coghe spiega che il senso della sua frase era “da nessuna parte tranne che su Tg2” (ma appunto se ne è parlato anche altrove) e che la colpa è del numero limitato di caratteri di Twitter. Come dimostra un utente però in un tweet ci stava “dentro” anche il riferimento al Tg2. Non se ne esce, quando uno è convinto che “non si parli di Bibbiano” è difficile convincerlo del contrario. Di Bibbiano se ne parla e se ne continua a parlare. Si parla della visita di Salvini (che è senza dubbio più importante di un flash mob) e si parla di quel poco che c’è rimasto da dire sull’inchiesta.
In fondo i fatti rimangono quelli resi noti il 27 giugno, continuare a ripeterli non renderà più rapidi i procedimenti giudiziari ma serve solo ad appagare il desiderio di chi intende strumentalizzare la vicenda (curiosamente alcuni sono quelli che al World Congress of Families difendevano quelli che regalavano i gadget coi feti abortiti). C’è però una cosa che merita la nostra attenzione: in molti ripetono che da tempo i genitori denunciavano i fatti di Bibbiano e che tutti tacevano. Com’è che pure i difensori della famiglia hanno iniziato a parlarne solo dopo che è stata data la notizia del coinvolgimento di un sindaco del PD?