La resa dei conti dentro Podemos

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-02-11

A Madrid va in scena lo scontro fra il leader Pablo Iglesias e il suo numero due, Inigo Errejon, cruciale per il futuro del partito antisistema che in meno di tre anni è diventato la terza forza politica della Spagna

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Movimentisti contro riformisti. A Madrid va in scena lo scontro fra il leader di Podemos Pablo Iglesias e il suo numero due, Inigo Errejon, cruciale per il futuro del partito antisistema che in meno di tre anni è diventato la terza forza politica della Spagna. Il movimento è arrivato al congresso spaccato quanto potrebbe esserlo un qualsiasi ‘vecchio’ partito socialista o conservatore. Lacerato da un duello fra capi per il potere interno.

La resa dei conti dentro Podemos

A Vistalegre II 10mila delegati e militanti sconcertati che invocano ‘Unità, Unità!’. E alcuni riprendono, e lanciano ai dirigenti attuali, il “non ci rappresentate!” che gli indignados di Puerta del Sol nel maggio 2011 gridavano contro governo e partiti tradizionali. Protagonisti dello scontro che potrebbe rompere il partito Iglesias, finora leader carismatico incontestato, e il suo ‘numero due’ Inigo Errejon. Amici da 10 anni, i due cofondatori del partito hanno presentato liste rivali alle primarie per la nuova direzione. Iglesias ha cercato fino all’ultimo di negoziare una fusione. I due sono stati protagonisti davanti alle tv e a tutto il paese di un accalorata discussione sui banchi del Congresso, seduti uno accanto all’ altro. Alla fine Errejon ha detto no, e si è lanciato all’assalto del partito. Iglesias ha drammatizzando la scelta – ‘o lui o io!’ – annunciando le dimissioni se la sua lista non vincerà.
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Iglesias ha aperto il Congresso al Palacio Vistalegre di Madrid con un forte richiamo all’unità e il tema del superamento delle divisioni è stato ripreso anche dal suo rivale. Ma la frattura esiste e i sostenitori del primo hanno salutato con il pugno chiuso, mentre quelli del secondo hanno levato le due dita del segno della vittoria. Errejon non è candidato alla segreteria contro Iglesias, ma propone un documento politico alternativo. E i due guidano liste rivali per il Consiglio cittadino. Non è chiaro cosa succederà se prevarrà la linea di Errejon. Iglesias ha già detto di non voler guidare un partito con un progetto politico diverso dal suo.

Pablo Iglesias contro Inigo Errejon

Un tempo inseparabili, il 38enne Iglesias e il 33enne Errejon si sono progressivamente distanziati durante il lungo anno di stallo della politica spagnola. Alle elezioni di giugno Podemos si è alleato con Izquierda unita, storico partito della sinistra spagnola, ma assieme non sono riusciti a battere il partito socialista (Psoe), seppur indebolito. Intanto il Psoe ha cacciato il leader Pedro Sanchez, che aveva inutilmente tentato un’intesa con Podemos, e dato il via libera a fine ottobre al governo conservatore di Mariano Rajoy. Errejon punta ad alleanze puntuali con il Psoe e se passerà la sua linea questo potrebbe destabilizzare l’esecutivo di Madrid, che non ha la maggioranza assoluta e deve negoziare via via l’appoggio necessario per governare. La differenza di vedute è diventata ufficialmente guerra aperta la settimana scorsa quando le due parti non sono riuscite ad accordarsi su un documento comune. Lo scontro interno ha spaccato Podemos e rovinato amicizie nel partito nato dal movimento degli indignados. La numero tre di Podemos, Carolina Bescansa, ha deciso di non ripresentarsi nella direzione e non ha voluto associarsi a nessuno dei due progetti contrapposti. L’atmosfera è dunque decisamente diversa dall’assemblea che in questo stesso palacio de Vistalegre battezzò il nuovo partito nell’ottobre 2014.

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