La procuratrice di Verona e la risposta perfetta a Salvini sull’attacco alla Lega a cinque giorni dal voto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-29

Salvini aveva ipotizzato un disegno per far esplodere il caos Morisi a ridosso delle elezioni. Angela Barbaglio non ci sta

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Con il caso Morisi è tornato rampante il processo di condanna alla magistratura, ovviamente il grido di dolore stavolta arriva da Matteo Salvini. Secondo l’ex vicepresidente del Consiglio l’inchiesta è venuta fuori giusto in tempo per attaccare la Lega nelle urne, sebbene vedendo i sondaggi quasi viene da pensare che siano stati i leghisti stessi a far uscire la notizia. In un colpo solo avrebbero fatto fuori Salvini, il suo fedelissimo e trovata una giustificazione per il 5-0 che all’orizzonte pare scontato.  Chi però non ci sta a questa narrazione delle cose è Angela Barbaglio, procuratrice di Verona. “Chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse – commenta Barbaglio sulle colonne del Corriere della Sera -. Altrimenti è solo un insulto all’intelligenza delle persone”.

La procuratrice di Verona e la risposta perfetta a Salvini sull’attacco alla Lega a cinque giorni dal voto

L’intervista sul quotidiano di via Solferino restituisce, per la prima volta da tanto tempo, una procura che appare davvero in pace con se stessa. “Ho l’assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri – ha spiegato Angela Barbaglio -. Trattiamo questo fascicolo come tutti gli altri. Peraltro si tratta di una storia banale che risale alla scorsa estate. La perquisizione è avvenuta a metà agosto, che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?”.

E non si ferma, nel corso del colloquio con Fiorenza Sarzanini chiede in maniera indiretta a Salvini che interesse starebbe celando: “avremmo tenuto a bada la notizia fino a ora? Dire una cosa del genere vuol dire insultare l’intelligenza delle persone”. Dalla procura di Verona poi arriva la difes tout court, per tutelare quindi la categoria oltre il singolo: “In realtà mi lascia del tutto indifferente, però ci tengo a difendere i colleghi che lavorano con me e tengo molto a proteggere l’operato dei carabinieri. E per questo chiarisco che nessuno si può permettere di avanzare sospetti di alcun tipo. Sono in magistratura da 44 anni, conosco le dinamiche perfettamente, ma non accetto illazioni sul nostro lavoro”.

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