La processione per chiedere perdono a Dio del Gay Pride di Reggio Emilia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-15

Un gruppo di cattolici appena tornati da un viaggio nel Medio Evo rivendica il diritto ad odiare gli omosessuali e vuole purificare la città che ospiterà il Gay Pride con una processione. In un comunicato delirante che cita addirittura il Signore degli Anelli i devoti penitenti annunciano di non volersi arrendere alla propaganda omosessualista. La paura è quella che Dio li scambi per dei peccatori, che poca fiducia nel Signore.

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Sodoma risorge al centro della Pianura Padana. Il 3 giugno infatti a Reggio Emilia verrà celebrato il Gay Pride Mediopadano. Un oltraggio alla pubblica morale e un insulto secondo il neonato Comitato Beata Giovanna Scopelli. Il quale per mondare i peccati del mondo (gay) ha indetto una processione riparatrice per chiedere perdono al Signore.

Prove tecniche di Medioevo

Come è possibile leggere sul blog “Chiesa e post concilio” i cui testi sono chiaramente delle trascrizioni da pergamene risalenti al Medio Evo: “il peccato impuro contro natura, come insegna il Catechismo, grida vendetta al cospetto di Dio e, quando palesato ed esternato in foro esterno, pubblicamente, attira ancor più l’ira del Signore sopra al popolo”. Ecco perché allora a Reggio Emilia è necessario organizzare una grande processione a riparazione dello scandalo pubblico provocato dagli omosessuali e dagli omosessualisti.
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E così mentre i senza Dio e gli invertiti sfileranno per le strade della città e festeggeranno l’anniversario della prima Unione Civile i devoti penitenti pregheranno per salvare le anime di tutti. Forse non di tutti, perché si sa che i sodomiti devono bruciare tra le fiamme dell’inferno ma ci siamo capiti.

L’atto di riparazione al Sacro Cuore

Secondo questi cattolici preoccupati il fatto stesso che il Gay Pride possa sfilare per le strade della città costituisce un’offesa inaudita al Sacro Cuore di Gesù.

È giunto il momento che i cattolici di buona volontà si uniscano in modo solido e coeso, come accadde nel gay pride del 2000 a Roma, ove tante realtà cattoliche si unirono per riparare pubblicamente alla manifestazione LGBT sotto il nome di “Comitato per una Roma cristiana“.

Ora ci si aspetterebbe che l’anonimo autore di questa chiamata alle armi sfoderi il passo della caduta di Sodoma. Magari potrebbe citare qualche vescovo, cardinale o papa. No: l’autore preferisce citare il Signore degli Anelli.  
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Del resto quando si ritiene che la vita delle persone arrechi offesa a Gesù citare la Bibbia o citare una saga fantasy deve sembrare più o meno la stessa cosa.

Dividere la città tra santi e peccatori

La volontà di questo gruppuscolo di cattolici, sostenuto tra gli altri da Radio Spada, è quello di spaccare in due la città. Da una parte i peccatori dall’altra i penitenti. Solo gli ultimi sono coloro che stanno nel giusto e coloro che si salveranno. Viene criticata anche la veglia di preghiera “per le vittime dell’omofobia, della transfobia” perché «con la scusa di accogliere le persone omosessuali si accoglie l’omosessualità, non distinguendo più tra peccato e peccatore». La veglia si è tenuta sabato 14 maggio presso la chiesa della Regina Pacis.
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Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha già annunciato che il 3 giugno sarà al Pride. La deputata reggiana M5S Maria Edera Spadoni ha espresso la sua contrarietà alla processione riparatrice: “Trovo queste posizioni davvero assurde, non fanno altro che alimentare l’odio e la disuguaglianza sociale”. Il presidente di Arcigay Gioconda Alberto Nicolini chiede invece al vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca di prendere posizione per far capire da che parte sta la Chiesa. Nicolini fa notare che alla veglia del 14 maggio il vescovo era assente.
 

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