La petizione per salvare l'ISFOL dal Jobs Act

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-07-26

Il decreto attuativo del Jobs Act mette a repentaglio l’esistenza dell’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori un ente di ricerca che dovrà essere sostituito da Anpal. A rischio i posti di lavoro di decine di ricercatori precari che potrebbero non essere “assorbiti” dalla neonata Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro

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L’ISFOL, l’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, è un ente nazionale di ricerca che opera nel campo della formazione, del lavoro e delle politiche sociali. L’obiettivo delle ricerche dell’Istituto è quello di contribuire alla crescita dell’occupazione, al miglioramento delle risorse umane, all’inclusione sociale e allo sviluppo locale. Succede però ce con il Jobs Act sia stata prevista la costituzione dell’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) che di fatto dovrà prendere il posto dell’ISFOL.
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A rischio i posti di lavoro e l’autonomia della ricerca

Il timore è che per sostenere la creazione di Anpal saranno sottratte risorse finanziare e personale all’ISFOL. Il sindacato FLC-CGIL denunciava qualche tempo fa che il cambio di nome dell’istituto rischia di far perdere all’ISFOL la sua indipendenza e autonomia facendolo diventare “una piccola task force al servizio del Governo”. Nel frattempo sono anche stati messi a concorso quattordici posti a tempo indeterminato senza preoccuparsi del destino degli oltre 250 precari dell’ISFOL.

Attraverso il cambio di nome, previsto in decreto correttivo del Jobs Act in via di emanazione, il neocommissario Sacchi fa sapere che con ciò si avvia la trasformazione dell’Istituto che, sulla scorta di esempi stranieri (France stratégie, Wrr olandese), potrebbe diventare una piccola task force al servizio del governo, e non più un ente autonomo di ricerca. Questo, dopo aver deciso di abbandonare i precari dell’Isfol, mettendo a concorso dopo tanti anni di blocco delle assunzioni, i quattordici posti disponibili a tempo indeterminato (a fronte di oltre 250 precari di lunga data) per professionalità che non sono utili e disponibili in Isfol, ma serviranno a dare chance a qualche ‘cordata’ universitaria, o alla causa della costruzione del piccolo comitato già detto

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Per tentare di salvare l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori è stata aperta una petizione online su Change.org. La petizione si rivolge al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e chiede di intervenire per salvare la ricerca autonoma e garantire così la prosecuzione del lavoro di analisi e valutazione indipendente sulle politiche lavorative dei governi. In particolare i lavoratori e le lavoratrici dell’ISFOL chiedono che vengano nominati i nuovi vertici “competenti ed adeguati” per poter valorizzare e rilanciare il programma di ricerca dell’ISFOL.

L’ISFOL è l’unico Ente Pubblico di Ricerca che, in Italia, si occupa di formazione, lavoro e inclusione sociale.
Crediamo che di ricerca e di supporto tecnico scientifico su questi temi ci sia grande bisogno nel nostro Paese e, malgrado i ripetuti tagli di bilancio che hanno messo in ginocchio il nostro Ente, nonostante la condizione di precarietà in cui versa gran parte del personale di ricerca, per quanto le incursioni della politica abbiano cercato di limitare l’autonomia e la terzietà della ricerca su temi tanto sensibili, l’Isfol ha continuato a fornire analisi e supporto di qualità a favore dei cittadini, delle amministrazioni pubbliche, delle istituzioni scientifiche e dei decisori politici.
Ora però il Governo ha deciso di infliggere all’Isfol una serie di colpi mortali.
Con il Jobs Act si sottraggono, infatti, personale e risorse finanziarie in misura tale da condurre al dissesto finanziario e al blocco funzionale (per sostenere l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro-ANPAL, che rischia di durare il tempo di uno spot elettorale); si cambia nome all’ISFOL per farne, probabilmente, un centro studi “al servizio” del Governo; si lascia l’Istituto senza statuto, organismi di governo, linee strategiche di indirizzo e sviluppo, rendendolo così particolarmente vulnerabile; si affida la realizzazione di questo “assalto finale” a vertici, di nomina politica, platealmente ostili alla ricerca autonoma e ai lavoratori precari e di ruolo di questo Istituto.
Chiediamo, pertanto, che si smetta di usare la ricerca come bancomat per finanziarie iniziative di Governo; che si dia stabilità al personale e alle attività di ricerca dell’Isfol; che si salvaguardi la libertà di ricerca, unica via per garantire un uso non distorto e strumentale della valutazione sulle politiche di ogni governo; che si garantisca una corretta gestione e una programmazione strategica dell’Istituto, cominciando dalla nomina di nuovi vertici competenti ed effettivamente adeguati alla valorizzazione e al rilancio di un importante Ente Pubblico di Ricerca come l’Isfol.
Lavoratrici e lavoratori autoconvocati Isfol

Tra i compiti della nuova agenzia ci sono infatti incarichi – come ad esempio l’attività di consulenza scientifica sui progetti finanziati tramite il Fondo Sociale Europeo che precedentemente erano gestiti dall’ISFOl. L’Anpal dovrà anche coordinare la nuova Rete Nazionale dei Servizi per le Politiche Attive del Territorio e relazionarsi con scuole e università e enti di sostegno ai lavoratori come INPS, INAIL e Camere di Commercio locali. Il ruolo previsto per Anpal è centrale soprattutto per i disoccupati che vogliono richiedere la NASPI: infatti è solo previa iscrizione ai registri Anpal (che avviene presso i centri per l’impiego) che un lavoratore licenziato (o che ha rassegnato le dimissioni) può avere accesso all’indennità di disoccupazione.

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