La legge per vietare le discoteche ai minori di 18 anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-08-05

L’ideona di Giovanardi che prende spunto dal Cocoricò. Sanzioni fino a 20mila euro per i locali

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Un disegno di legge che vieta ai minori di 18 anni di entrare in locali che chiudono dopo la mezzanotte e prevede una sanzione fino a 20.000 euro e la sospensione fino a 3 mesi per i gestori che non rispettano il divieto. L’ha presentato oggi il senatore di Ap-Ncd Carlo Giovanardi in seguito alla vicenda della discoteca Cocoricò di Riccione di cui è stata disposta la chiusura dopo la morte del giovane che aveva assunto dell’ectasy.
 
 
LA LEGGE PER VIETARE LE DISCOTECHE AI MINORI DI DICIOTTO ANNI
“I recenti drammatici episodi di decessi o gravi e permanenti lesioni che hanno interessato minori di anni 18 e determinato la chiusura della discoteca Cocoricò di Riccione impongono l’introduzione di una disciplina rigorosa sul divieto per i minorenni di entrare in questi locali con sanzioni adeguate in caso di mancati controlli da parte dei gestori”, spiega Carlo Giovanardi. “Ho presentato pertanto questa mattina un disegno di legge che prevede che ai giovani di età inferiore ai 18 anni è fatto divieto di entrare in discoteca, locali da ballo, Night Club che abbiano orario di chiusura successiva alle 24.00, con eguale divieto esteso ai locali dello stesso tipo che aprono dopo la mezzanotte e chiudono prima delle 10 del mattino”, aggiunge. “In caso di violazione di questa disposizione al gestore del locale si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 a 8.000 euro, se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 20.000 euro e la sospensione dell’attività per una settimana e in caso di ulteriore recidiva si applica la sospensione dell’attività per tre mesi”, spiega Giovanardi. “Fondamentale è il non consentire eccezioni di nessun tipo, tipo l’essere accompagnati da persone adulte perché la società ha il diritto dovere di proteggere coloro che non hanno ancora raggiunto la maggiore età e quindi la facoltà di autodeterminarsi”, conclude.

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