La follia dei no vax, le chat Telegram dove passarsi i numeri di politici, medici e favorevoli ai vaccini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-08-31
Medici e giornalisti aggrediti, chat con i dati sensibili delle vittime: i no vax provano a perseguitare chi sposa la campagna vaccinale
Il rapporto tra no vax e Stato comincia a deteriorarsi in maniera drastica. In queste ore sono sempre più frequenti gli screen di chat Telegram in cui vengono rese pubbliche le informazioni sensibili degli autore della “dittatura sanitaria”. Purtroppo alcune vittime ci sono già state, su tutte il professor Bassetti il cui telefono squilla continuamente e che riceve continuamente offese.
Pesantissime minacce #novax al Prof. #Bassetti ed alla sua famiglia. Direi anche BASTA! Questa storia assurda deve finire, non è possibile dover subire tutto questo in democrazia! E la finiscano determinati politici di spalleggiare questa follia! 🤬 #inonda #30Agosto pic.twitter.com/66JEifLLX2
— Eugenio Cardi (@EugenioCardi) August 30, 2021
La nuova follia dei no vax, delle chat Telegram dove passarsi i numeri di politici, medici e favorevoli ai vaccini. Le chat
Le chat hanno dei toni davvero agghiaccianti. Sembrano piccole cosche in cui commandi (speriamo disarmati) organizzano dei raid agli operatori sanitari.
“ANDIAMO A PRENDERLI A CASA”
La chat “Basta Dittatura” su Telegram – oltre 40mila iscritti – è la culla delle minacce a chi lotta contro la pandemia dove si organizza la caccia a politici, medici e giornalisti.
E le istituzioni tacciono.
⤵️ pic.twitter.com/svU5reZ3mr— ISentinellidiRoma (@ISentinellidi) August 31, 2021
In queste ore la Ministra Lamorgese è scesa in campo per arginare l’esclation di violenzza, concretizzatasi o ancora in fasce. Il ministro dell’Interno riunirà nei prossimi giorni il Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. Hanno fatto troppo scalpore i due cronisti aggrediti in questi giorni che risultano all’appello come due di più della norma. Intanto dal Ministero provano a spegnere gli spiriti incendiari. “Attenzione però – avvertono le stesse fonti del Viminale – a non confondere i proclami sanguinari che girano sul web con la realtà. Abbiamo già visto in passato come, a fronte di parole incendiarie, tutto sia poi stato molto più soft”.