La (folle) legge che da oggi vieta gli aborti per anomalie genetiche in Arizona

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-28

“C’è valore in ogni vita, a prescindere dalla genetica. Continueremo a dare la priorità alla vita di coloro che non sono ancora nati”

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Quando si pensa che si stiano per fare dei passi in avanti, quando si torna ad avere fiducia e speranza nell’umanità, ecco allora che tutto crolla. Siamo negli Stati Uniti d’America, une delle più grandi (forse la più importante) democrazia del mondo. Il tema: l’aborto. E, nello specifico, l’aborto nel caso in cui il feto presenti delle anomalie genetiche (tanto per intenderci, ad esempio, le persone con sindrome di down). Oggi lo Stato dell’Arizona ha deciso di approvare una legge che vieterà ogni tipo di aborto, perché – spiega il governatore Doug Ducey (governatore repubblicano in carica dal 2015, e rieletto poi nel 2018): “C’è valore in ogni vita, a prescindere dalla genetica. Continueremo a dare la priorità alla vita di coloro che non sono ancora nati. Questa legge protegge le vite umane”.

Una nuova norma che nasce dal provvedimento che vietava le interruzioni di gravidanza sulla base di alcune anomalie genetiche. Come detto, dopo la firma del governatore, da oggi tutto questo è legge. E, in quanto legge, sarà anche severamente punito chi troverà escamotage per abortire. Come? Sarà punito con il carcere. E, non solo non si potrà procedere con l’aborto: saranno anche vietate le spedizioni via posta di medicinali per indurlo. La legge non si limita però (se così si può dire) a dettare questa linea. Parla anche degli aborti naturali: ecco, in quel caso, sarà obbligatorio seppellire o cremare il feto, per lo stesso principio di prima.

Quello che ora molti si staranno chiedendo: tutto questo è accettabile? Sicuramente è una legge che farà parecchio discutere, sia negli Stati Uniti d’America (chissà cosa ne penserà il presidente Donald Trump), che in tutto il mondo. E si spera, che almeno qui, non si dovrà tornare a combattere per battaglie che (almeno quelle) credevamo di aver già vinto e archiviato. Perché altrimenti sarebbe un tornare indietro, quando invece c’è un disperato bisogno di guardare avanti. Speriamo bene.

 

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