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Niente albergo di lusso per John Malkovich a Venezia: è senza Super Green Pass
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-01-19
Il famoso attore americano si trova sulla Laguna per girare il seguito di Mr. Ripley. Ora la produzione ha dovuto trovargli un altro alloggio privato per non contravvenire alle regole
Le regole valgono per tutti, anche se sei un famoso attore molto stimato anche in Italia. E così John Malkovich è stato respinto dall’hotel Danieli, noto albergo di extra-lusso nel cuore di Venezia, perché sprovvisto di Green Pass. Le nuove norme, infatti, parlano chiaro: i soggiorni nelle strutture alberghiere sono permessi solamente alle persone che presentano la certificazione verde rafforzata, cioè quella da vaccino. E la star hollywoodiana, che si trova sulla Laguna per girare il sequel di “Mr. Ripley”, è stato costretto a trovare una soluzione alternativa.
John Malkovich a Venezia, ma senza Green Pass non lo fanno entrare in albergo
In realtà il nuovo alloggio gli è stato trovato dalla produzione che è rimasta sorpresa, come riporta Il Gazzettino, dal fatto che John Malkovich non fosse in possesso della certificazione vaccinale. Per lui era stata prenotata una suite di lusso all’interno della struttura dell’Hotel Danieli, uno dei più rinomati in quel di Venezia con vista sul Canal Grande. Ma la porte girevoli dell’albergo hanno fatto un giro a 360 gradi quando l’attore ha spiegato di non essere in possesso del Super Green Pass. Ma questo non gli impedirà di partecipare alle riprese del film, dato che per lui è stata trovata una sistemazione in un alloggio privato (dove non è previsto l’obbligo di essere vaccinati).
Intanto a Venezia, sul set del sequel di “Mr. Ripley” – pellicola di grande successo uscita nelle sale cinematografiche nel 1999 e tratta dal romanzo thriller scritto nel 1995 da Patricia Highsmith – i casi di contagio si sono moltiplicati negli ultimi giorni. La produzione è stata falcidiata dalle infezione di Sars-CoV-2 e sul set si sono contate circa 100 assenze. Per questo motivo è stata allestito un vero e proprio hub (privato) di tamponi, con test che vengono effettuati ogni 48 ore su tutte le persone che devono accedere al set del film.
(Foto IPP/ Daniele Cifalà)