Il comico che vuole diventare presidente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-09-08

In Guatemala al ballottaggio va Jimmy Morales, ex attore. Intanto arrestano il suo predecessore. Socialisti e destra lottano per arrivare al secondo turno. E lo accusano di essere un pagliaccio manipolato da militari conservatori

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Sorpresa al ballottaggio in Guatemala: Jimmy Morales, un attore comico noto per un programma televisivo in onda da oltre 15 anni, è risultato il candidato più votato, e il favorito dei sondaggi, Manuel Baldizon, potrebbe perfino essere escluso dal ballottaggio. Ancora scosso dal finale drammatico del mandato presidenziale di Otto Perez Molina – passato in una settimana dal potere a una cella in un carcere militare – l’elettorato guatemalteco ha partecipato con entusiasmo alle elezioni (oltre il 75% di affluenza), affidando a Morales poco meno del 27% dei voti. Sandra Torres, moglie dell’ex presidente Alvaro Colom e candidata dell’Unità Nazionale della Speranza (Une, social-cristiana) e Manuel Baldizon, della Libertà Democratica Rinnovata (destra) sono ambedue rimasti quasi 10 punti indietro, e lottano fino all’ultimo voto per un posto nel ballottaggio del prossimo 25 ottobre, con Torres in leggero vantaggio.
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JIMMY MORALES: IL COMICO CHE VUOLE DIVENTARE PRESIDENTE

Il risultato è comunque del tutto inatteso se si tiene conto del fatto che a fine giugno i sondaggi davano Baldizon in testa con più del 30% dei voti, seguito da Torres con il 12% e Morales con il 10%. L’impatto elettorale dello scandalo di corruzione che ha travolto Perez Molina – accusato di essere il boss di una sorta di “dogana parallela” che durante anni ha intascato le bustarelle di importatori che non volevano pagare tasse e dazi – è stato insomma ben più forte di quanto pensassero gli analisti. Morales (46 anni), figlio di genitori poveri e notissimo nel paese per gli sketch comici che interpreta con il fratello Sammy nel programma tv “Moralejas”, è diventato il simbolo dell'”antipolitica” grazie tra l’altro al suo slogan elettorale: “Né ladro, né corrotto”. Nato in una famiglia povera e molto religiosa di cristiani evangelici, Morales ha sviluppato la sua proposta su tre temi sociali considerati “caldi” – l’educazione, la sanità e le imprese – ma è visto da molti come un candidato impreparato e senza una struttura politica autonoma, quando non viene denunciato direttamente come un pagliaccio manipolato dai settori militari conservatori che hanno fondato nel 2011 il Fronte di Convergenza Nazionale (Fcn), il partito del quale è poi diventato leader. Morales, 46 anni, si presenta nella sua biografia ufficiale come “politico, attore, regista e produttore”, ha una laurea in economia aziendale conseguita all’università di San Carlos in Guatemala. «Essere il paradigma dell’antipolitica nel momento in cui esplodono casi di corruzione che fanno cadere un governo non può che essere la chiave del successo», dice a El Pais l’analista Manuel Conde. Il quale aggiunge che i poteri forti del paese hanno cominciato anche a bussare alla sua porta per offrire finanziamenti, «ma spero che lui non li abbia nemmeno ricevuti».
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Roberta Zunini sul Fatto Quotidiano ha raccontato le circostanze fortunate e non della resistibile ascesa di Morales, compreso lo scandalo che ha colpito l’ex presidente Molina:

“Per vent’anni vi ho fatto ridere, prometto di non farvi piangere”. Lo slogan usato da Jimmy Morales, 46 anni, comico e produttore televisivo molto noto in Guatemala per il programma satirico dall’emblematico titolo Morale jes(leggi morali)non è stato determinante per la sua vittoria al primo turno elettorale delle Presidenziali di domenica scorsa (ha preso il 26% dei voti). Ma ha aiutato. A risultare dirimenti sono stati i 15 anni trascorsi davanti allo schermo denunciando l’enorme corruzione politica che ha martoriato il piccolo Stato, comprovata in questi mesi dallo scandalo che ha portato alle recenti dimissioni e all’arresto per corruzione e associazione a delinquere del presidente Otto Pérez Molina, al quale il Parlamento ha tolto l’immunità. Da cinque mesi ogni sabato la popolazione è scesa in piazza soprattutto nella capitale Città del Guatemala per chiedere le dimissioni del capo dello Stato, generale dell’esercito e leader degli spietati kaibiles durante il trentennale regime militare sostenuto dalla Cia per contrastare la guerriglia marxista.
Il cerchio attorno a Molina ha cominciato a stringersi dopo che in agosto la procura della Repubblica lo ha accusato di essere a capo della Lìnea, una vera e propria loggia massonica eversiva di imprenditori e funzionari statali che avevano creato un sistema parallelo doganale per frodare il fisco non pagando i dazi sull’import-export. Con lui è stata arrestata anche la due(come veniva chiamata in codice nelle conversazioni telefoniche), ovvero la vice presidente Roxana Baldetti, titolare anche di passaporto italiano, che si era dimessa a maggio. Anche l’esponente politica conservatrice di origine italiana è stata accusata di associazione a delinquere, corruzione e frode doganale. Nonostante il comico, economista e teologo Jimmy Morales si sia candidato per il partito di destra FCN-Nacion, che appoggia i militari, ha ottenuto il 24,3 per cento dei consensi in una consultazione che ha segnato il record dell’affluenza (80 per cento).

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IL CASO MORALES

Non poche sono però anche le perplessità su Morales. Candidato del Frente de Convergencia Nacional, partito di destra dietro il quale si nascondono estremisti militari, ha negato qualsiasi legame o coinvolgimento con gli uomini in uniforme ma non ha negato in alcun modo di essere un conservatore e non certo un socialista. Di famiglia evangelica religiosa e praticante, ha un dottorato in teologia. I suoi slogan contro ladri e corruzione hanno colpito l’elettorato di centro e non ideologizzato, mentre il suo programma si fonda su salute, istruzione e aiuti alle imprese per creare occupazione. «Non posso cambiare la vita del Guatemala, ma cerco di convincere i guatemaltechi che ognuno deve fare la sua parte per migliorare il paese», ha detto nei suoi messaggi che strizzano l’occhio alla comunicazione e al marketing politico che abbiamo tutti ben conosciuto in Occidente. Jimmy ha anche promesso trasparenza alla stampa nella sua gestione, per rimarcare il cambiamento rispetto ai predecessori. Intanto lui ha detto che come uomini politici ammira il Mahatma Gandhi, la semplicità di Harry Truman e l’ex presidente dell’Uruguay José Mujica per la sua onestà. Sembra proprio il candidato della gente. I militari gongolano.

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