Iss: i No-vax hanno 38 volte di possibilità in più di finire in terapia intensiva

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-15

Il tasso dei decessi tra i no-vax è pari a 42.4 ogni centomila, quello dei vaccinati con dose booster è 1.4

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Il report esteso dell’Iss sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia mostra un tasso di ricoverati No-vax di 38 volte superiore rispetto ai vaccinati con tre dosi.

Iss: i No-vax hanno 38 volte di possibilità in più di finire in terapia intensiva

Il tasso di ricoverati per Covid in terapia intensiva è pari a 26,7 ogni 100mila per i non vaccinati e a 0,7 ogni 100mila per i vaccinati con ciclo completo più dose booster: 38 volte superiore. È uno dei dati che emergono dal report esteso dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia.

Mentre il tasso dei decessi tra le persone non vaccinate è pari a 42.4 ogni centomila, quello dei vaccinati con ciclo completo e dose booster è 1.4.

“La probabilità di contrarre una reinfezione – sottolinea l’Iss – risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose, e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione”.

“Nei soggetti vaccinati con dose booster, l’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa è pari rispettivamente al 68,8% e al 98%. L’efficacia del vaccino (riduzione del rischio rispetto ai non vaccinati) nel prevenire la diagnosi di infezione Sars-CoV-2  è pari a 71% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 57% tra i 91 e 120 giorni, e 34% oltre 120 giorni. Rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa: 95% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 93% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni e 89% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni”, riporta l’Iss.

Per quanto riguarda i contagi tra le persone che combattono il virus in prima linea: “La percentuale di casi negli operatori sanitari, sul totale dei casi riportati, risulta in lieve diminuzione dal 2,0% della settimana precedente al 1,8%”. I contagi fra sanitari, diminuiti dopo l’inizio della somministrazione delle dosi booster di vaccino, avevano segnato un aumento nelle ultime due settimane, in cui è cresciuta la diffusione della variante Omicron.

“Nell’ultima settimana si osserva un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età rispetto alla settimana precedente: in particolare, l’incidenza nella popolazione di età 12-19 anni risulta pari a 2.489 casi per 100mila vs 1.840 casi per 100mila nella settimana precedente. Nella classe di età 5-11 anni si evidenzia, a partire dalla seconda settimana di ottobre, una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare. Nelle ultime 2 settimane si è osservato un forte aumento dell’incidenza in particolare per la classe di età 16-19 anni e un forte aumento del tasso di ospedalizzazione nella fascia minore di 5 anni (più di 10 ricoveri per milione di abitanti), e un aumento più contenuto nella fascia 16-19 anni”, afferma il report dell’Istituto superiore di sanità.

“Nell’ultima settimana – si legge ancora – rimane stabile la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare (20%). Il 31% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 5-11 anni, il 59% nella fascia 12-19 anni e solo il 10% nei bambini sotto i 5 anni”.

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