Il ragazzo non vedente preso a pugni dai bulli ad Arezzo per aver aiutato un amico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-08

I fatti sono successi ad Arezzo, dove i due aggressori avevano 16 e 17 anni: il pretesto sono state le sigarette

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La storia che arriva da Arezzo è delle peggiori: un ragazzo cieco è finito vittima della violenta di alcuni bulli. La sua responsabilità è stata quella di intervenire in favore di un amico che era stato aggredito prima di lui. “Giù le mani, lo zaino è mio. lasciatemi in pace, andate via”, ha gridato il ragazzo. E allora l’intervento del coetaneo non vedente. Dalle colonne del Corriere emerge tutta la tensione che la vicenda ha scatenato nei ragazzi. Il primo vittima di un’aggressione senza alcuna motivazione. Il secondo, coraggioso e vittima della violenza come l’amico di un bulletto.

Il ragazzo non vedente preso a pugni dai bulli ad Arezzo per aver aiutato un amico

La storia è da brividi. “Sapevano che Lorenzo (nome di fantasia) era cieco, ma non si sono fermati — hanno raccontato i testimoni sulle colonne del quotidiano milanese —. L’hanno offeso, spintonato e poi l’hanno colpito al volto con una raffica di pugni”. Il ragazzo ha provato a difendersi. Ma da dove lo colpivano? Il ragazzo cieco si è lasciato andare. Steso a terra, senza forza. I fatti risalgono alla notte di venerdì ad Arezzo, nel parcheggio Pietri, a due passi dal centro storico. Lì c’è un locale frequentato d’estate da moltissimi ragazzini. Gli aggressori avevano 16 e 17 anni, guidati solo dalla noia. Non c’era nessun motivo per cui stava accadendo quello che è stato un fatto di cronaca. Il motivo per attaccare briga è stata la richiesta di sigarette. “Non ci penso nemmeno, è mio e non ho sigarette, non ho mai fumato”, avrebbe risposto la prima vittima.

I presenti raccontano di un attacco violento, senza pietà. Pugni, calci. Un fendente ha raggiunto in pieno volto lo studente e gli ha spezzato un dente. Pare che qualcuno abbia gridato loro di fermarsi, perché quel ragazzo era un non vedente. E sembra che la risposta sia stata un «me ne frego». Quando alcuni ragazzi hanno cercato d’intervenire, finalmente, e hanno chiamato la polizia, i bulli sono fuggiti.

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