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Il governo della Trojka costretto alle dimissioni in Portogallo
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-11-11
L’esito delle elezioni di ottobre costituisce “il fallimento della politica di austerità condotta negli ultimi quattro anni” ha sottolineato il Partito socialista nel testo della mozione votata da 123 deputati, uno in più del necessario
Fallisce il tentativo dell’ex premier portoghese Pedro Passos Coelho di dare vita a un governo di minoranza. I partiti di sinistra hanno votato oggi una mozione contraria al programma di governo provocandone le dimissioni a undici giorni dall’insediamento. L’esito delle elezioni di ottobre costituisce “il fallimento della politica di austerità condotta negli ultimi quattro anni” ha sottolineato il Partito socialista nel testo della mozione votata da 123 deputati delle opposizioni. “Il programma del governo non fornisce risposte alla volonta’ di cambiamento espressa dai portoghesi – ha dichiarato il segretario del partito Antonio Costa durante il dibattito parlamentare – Il Portogallo ha bisogno di un altro governo”. Ora in base alla Costituzione, sara’ il presidente Anibal Cavaco Silva a dover decidere i prossimi passi da fare per gestire la crisi politica portoghese.
Il governo della Trojka costretto alle dimissioni in Portogallo
A seguito dell’annuncio del patto tra i partiti di sinistra, il presidente della repubblica portoghese avrebbe dovuto conferire loro l’incarico di formare il governo, come prevede la costituzione. E invece c’è stato un colpo di scena: Il presidente Anibal Cavaco Silva si è rifiutato di conferire l’incarico alla coalizione di sinistra. Queste le motivazioni addotte dal presidente: “In 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo è mai dipeso dall’appoggio di forze politiche antieuropeiste, […] di forze politiche che chiedono di abrogare il Trattato di Lisbona, il Fiscal Compact, il Patto di crescita e di stabilità, lo smantellamento dell’unione monetaria e di portare il Portogallo fuori dall’Euro, oltre alla fuoriuscita dalla Nato. […] Dopo aver affrontato il programma di assistenza finanziaria, con pesanti sacrifici, è mio dovere, e rientra nei miei poteri costituzionali, fare tutto ciò che è possibile per prevenire l’invio di falsi segnali alle istituzioni finanziarie, agli investitori e ai mercati. Il capo dello Stato ha duramente criticato i socialisti (pur parlando genericamente dei “partiti europeisti”) per non aver accettato la proposta di un esecutivo di grande coalizione in grado di dare garanzie di durata ben maggiori rispetto alle alternative possibili. Dalla sinistra sono arrivate immediate le critiche a un discorso che di fatto espone gli stessi argomenti usati fino ad ora della coalizione conservatrice di Passos Coelho (al cui partito appartiene di fatto il Presidente): “Non accettiamo lezioni dal professor Cavaco Silva”, ha commentato Costa, mentre la sinistra radicale ha accusato il Capo dello Stato senza mezzi termini di essersi schierato con i conservatori, abusando delle sue funzioni e adottando una decisione “settaria”. Sta di fatto che in caso di una conferma dell’accordo fra le sinistre l’esecutivo di Passos Coelho avrà vita brevissima, ma la decisione di Cavaco Silva è comunque una mela avvelenata per i socialisti: un conto è formare direttamente un governo, per quanto instabile, un altro è prendersi la responsabilità di far cadere un esecutivo per poi presentarsi come alternativa; in caso di successivo fallimento, il prezzo da pagare alle urne potrebbe rivelarsi molto salato – e anzi, l’unico precedente in questo senso è stato disastroso per il Ps.
Chiunque vinca, vince la trojka?
“Nonostante una chiara maggioranza di deputati di sinistra, il Presidente portoghese conservatore ha deciso di dare l’incarico al premier uscente di destra. C’era una coalizione di sinistra, guidata da Antonio Costa, pronta a governare. Con questa decisione, la destra portoghese si prende il rischio dell’instabilità di un Governo senza una maggioranza. Il Partito socialista francese sostiene l’alternativa rappresentata dai socialisti e dalla coalizione di sinistra”, afferma, con una nota, il segretario del Partito socialista francese, Jean Christophe Cambadelis. In effetti, c’è da segnalare che la scelta di Cavaco Silva appare in linea con i poteri del suo mandato. Ma allo stesso tempo il tentativo di formare un governo conferito a chi non ha la maggioranza in Parlamento sembra un modo per ritardare la nascita di un esecutivo inviso politicamente al presidente e alla trojka. Cavaco Silva spera che i socialisti si spacchino e diano il via libera al “suo” governo, ma la sua decisione finora ha più che altro ricompattato il partito. Alle elezioni comunque non si può andare prima della primavera del 2016. Quindi è più probabile che sia alla fine il presidente a dover scendere a più miti consigli.