I librai che non vogliono il libro di Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-10

120 librai della catena Feltrinelli chiedono che il libro intervista con Matteo Salvini pubblicato dalla sigla vicina a CasaPound sia bandito dai loro scaffali. La risposta del direttore vendite

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120 librai della catena Feltrinelli hanno spedito alla loro direzione centrale una lettera in cui chiedono che il libro intervista con Matteo Salvini pubblicato dalla sigla vicina a CasaPound sia bandito dai loro scaffali. Lo racconta oggi La Stampa:

«A nostro parere», scrivono, «questo libro nei nostri negozi fisici e on line non deve essere presente. Siamo contrari anche alla possibilità di renderlo reperibile attraverso il servizio Special Order», ovvero di farlo arrivare rapidamente dal magazzino su richiesta del cliente. «Non vogliamo in alcun modo sostenere economicamente il circuito che gravita intorno a CasaPound, così come tutte le realtà che fanno del razzismo, del sessismo e dell’odio nei confronti degli avversari politici la propria bandiera».

Spiega il quotidiano che la risposta è arrivata per mano di Alessandro Monti, il direttore vendite.

La Stampa ne ha potuto leggere una copia grazie ai librai. La lettera comincia con un caldo ringraziamento ai «cari colleghi», ma pone subito un problema: «la diversità e la libertà di espressione sono il sale della democrazia. Lo dice anche la nostra Costituzione. Sta a me decidere il limite della libertà di espressione? No, spetta alla magistratura». Che al momento, aggiungiamo noi, dovrà valutare la denuncia per apologia di fascismo fatta da Sergio Chiamparino e dalla sindaca Appendino.

«Sono quindi contrario a qualunque discrezionale atteggiamento censorio» dice il direttore, anche se, specifica, questo è «solo» il mio parere. In altre parole c’è una posizione già decisa dall’azienda, cioè dalla Feltrinelli: «non promuoviamo questo libro, cioè non lo teniamo in giacenza, ma non neghiamo a nessuno il diritto di leggerlo e la libertà di farsi un’opinione personale, e offriamo il servizio di Special Order. Questo ho già indicato ai vostri direttori e spero ne foste informati».

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