«I gay vanno curati»: la terapia riparativa al Pirellone

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2015-01-03

La Regione Lombardia sponsorizza un bel convegno dall’animo riparatore. Da molti anni gli ordini di psicologi e psichiatri intervengono ribadendo che non ci sono orientamenti intrinsecamente sbagliati o immorali. Eppure si persiste nell’errore

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«I gay vanno curati»: anche Maroni partecipa al convegno omofobo. Polemica al Pirellone. Così si intitola un pezzo oggi su la Repubblica. Sottotitolo: C’è anche il logo di Expo nel manifesto sul dibattito organizzato da Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica con Regione Lombardia. E il Pd s’indigna: “Deriva oscurantista che ci allarma”. Sel: “Spirito medievale”.
 
IL PROGRAMMA
Ne avevo scritto ieri, ricordando non solo gli intenti di Obiettivo Chaire (aggiustare gli omosessuali è la loro ossessione) ma pure le notevoli iniziative di Nonni 2.0 e di altri che si affannano a difendere la famiglia naturale (leggi: contenere i diritti, combattere il matrimonio per tutti e, soprattutto, opporsi alla genitorialità come non vincolata al modello maschio + femmina + matrimonio in chiesa + figli). Molti degli organizzatori sono anche orgogliosi firmatari di petizioni (No al matrimonio gay. Petizione a Matteo Renzi, Tempi, 1 luglio 2014) e di avvertimenti: se rovinate la Famiglia, la fine del mondo è prossima. Anzi, è già iniziata, se ne vedono i primi segnali.
Difendere la famiglia
 
I RIPARATORI
Un paio di anni fa avevo compilato un breve elenco dei cosiddetti riparatori, cioè di quei tizi (psicologi, psichiatri, medici, guide spirituali, individui eterogenei) convinti che l’unico orientamento Sano e Giusto sia quello eterosessuale. Tutti gli altri sono malati, rotti, in pezzi. Da riparare, dunque. Questi tizi sono tenuti insieme da convinzioni assurde, che crollano anche dopo aver letto un manualetto di analisi logica. «C’ è puzza di riparatori ogni volta che si dice che un orientamento sessuale sia di per sé malato, sbagliato, imperfetto. Che non significa che non si possa star male – ma quanti eterosessuali conoscete che stanno male? La risposta non riguarda l’ orientamento sessuale di per sé, ma una lunga lista di possibili cause. C’ è puzza di riparatori – più lieve, ma sempre puzza – quando si sente che i figli no, bisogna essere cauti, dobbiamo pensarci (come se fossimo i giudici supremi, piccoli dei senza alcun potere), che insomma gli adulti possono fare quello che vogliono ma le adozioni riguardano i bambini, vittime designate di famelici extraeterosessuali. C’ è puzza in tutti i “ma” che seguono premesse solo in apparenza decenti: “ho molti amici gay” è forse la mia preferita. E vorrei, prima o poi, parlare con questi amici gay di riparatori ammorbiditi dall’ipocrisia».
 
DI AIDS E ALTRI CONTAGI
Tra i più convinti sostenitori della terapia ripartiva (più o meno esplicitamente richiamata) c’è Chiara Atzori, infettivologa, che qualche anno fa aveva dichiarato: «Credo che non sia ragionevole negare che nei paesi dove è avvenuta la normalizzazione dell’omosessualità, e quindi in qualche modo la depatologizzazione intesa come, così, equiparazione un modo di essere come un altro i risultati sanitari sono stati devastanti. E questo è un dato di realtà che si evince sia dagli studi epidemiologici degli Stati Uniti d’America, direi ancora di più dai dati inglesi, in cui veramente la prevalenza delle infezioni nella popolazione omosessuale sono estremamente elevate ma soprattutto dove, purtroppo, anche la propagazione di una normalizzazione dell’omosessualità non fa altro che incrementare anche i comportamenti cosiddetti esplorativi». Dire che l’omosessualità non è una malattia sarebbe pericoloso, devastante, disastroso. Che sono gli aggettivi che potrebbe definire molto bene la terapia ripartiva: pericolosa, devastante, disastrosa.
 
TONINO CANTELMI E PAOLA BINETTI
Sono altri due nomi ricorrenti nel panorama della terapia riparativa. Nel dicembre 2007 Davide Varì aveva raccontato il suo percorso di riparazione dall’omosessualità (Gli ho detto: «Sono gay». Mi hanno risposto: «La sua è una malattia leggera, possiamo curarla bene…», Liberazione): si finge omosessuale in crisi e tramite Don Giacomo arriva a Tonino Cantelmi, psichiatra e presidente dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici (AIPPC; cosa differenzia uno psicologo cattolico da uno che non ha caratterizzazioni religiose?!). Poi Cantelmi lo aveva querelato… (al riguardo si legga anche questo). Paola Binetti ce la ricordiamo per affermazioni come «L’omosessualità è una devianza della personalità», «Quindi queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un’ emergenza educativa», «Siamo aperti al dialogo, non a un copia e incolla del matrimonio». Non si può di certo far sposare chi è intrinsecamente disordinato! Prima lo devi aggiustare. Come aveva ben risposto Michele Bachmann alla domanda sul perché due persone dello stesso sesso non potrebbero sposarsi: «Certo che possono sposarsi ma devono sottostare alle leggi proprio come tutti gli altri [il dibattito si era svolto peraltro in Iowa, ove le leggi permettono alle persone dello stesso sesso di sposarsi]. Possono sposare un uomo se sono donne. Oppure possono sposare una donna se sono uomini». Prima riparatevi, poi sposate il coniuge del giusto orientamento sessuale.
 
NON C’È NIENTE DA CURARE
Da molti anni gli ordini di psicologi e psichiatri intervengono ribadendo che non ci sono orientamenti intrinsecamente sbagliati o immorali. Proprio pochi mesi fa era stato l’ordine del Piemonte a ribadire che «considerazioni meramente ideologiche e di stampo eteronormativo possono aver portato due insegnanti ad affermare che l’omosessualità può essere curata o che l’orientamento omosessuale si debba modificare, contraddicendo chiaramente quanto, invece, da anni sostengono le ricerche scientifiche nazionali e internazionali. Da tempo, infatti, la comunità degli psicologi, la letteratura scientifica e numerose associazioni internazionali sostengono che l’orientamento omosessuale non è una scelta né una malattia, ma uno dei possibili orientamenti sessuali. Eterosessualità, bisessualità e omosessualità sono modi di essere nel mondo e di vivere la propria vita affettivo-sessuale conformemente a ciò che ogni persona sente in ogni età della vita». Ma i riparatori, i filoriparatori, le Sentinelle e qualche altro fissato continuano a sostenere l’insostenibile. Pazienza, basta conoscere gli antidoti.

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