Economia

I dubbi degli europei sulle criptovalute e la necessità di una corretta educazione finanziaria

Nexilia 01/07/2025

In Europa l’adozione delle criptovalute viene ancora frenata da alcuni fattori, i quali alimentano un clima di incertezza. Una delle cause principali è la mancanza di una corretta educazione finanziaria, che impedisce ad una larga parte della popolazione di comprendere in modo adeguato il funzionamento e le implicazioni di questi asset digitali. Dubbi sulle criptovalute: […]

article-post

In Europa l’adozione delle criptovalute viene ancora frenata da alcuni fattori, i quali alimentano un clima di incertezza. Una delle cause principali è la mancanza di una corretta educazione finanziaria, che impedisce ad una larga parte della popolazione di comprendere in modo adeguato il funzionamento e le implicazioni di questi asset digitali.

Dubbi sulle criptovalute: i dati

Secondo i dati più recenti pubblicati da uno studio di BTS e Zed Consulting, il 48% degli investitori europei riconosce di avere una conoscenza finanziaria limitata, mentre il 40% la definisce semplicemente “di base”. Questo livello insufficiente di preparazione rende difficile interpretare la natura, i rischi e le opportunità del mercato cripto.

La mancanza di conoscenze specifiche non riguarda solo gli aspetti tecnici delle cripto, ma anche le dinamiche dei mercati in cui esse operano. Il 47% degli investitori considera la scarsa formazione personale come il principale ostacolo all’ingresso in questo settore. Questo dato evidenzia quanto la consapevolezza sia determinante per la fiducia di chi desidera comprare criptovalute, ma non può contare su una preparazione adeguata. Quando le persone non comprendono pienamente uno strumento finanziario, tendono ad evitarlo, indipendentemente dal suo potenziale. La percezione di rischio diventa quindi una conseguenza diretta della mancanza di formazione.

Le cripto e la percezione del rischio

Un altro elemento che contribuisce a questa situazione è la percezione generale dell’elevato rischio legato alle criptovalute. Il 42% degli europei considera questi asset troppo incerti. La volatilità è una delle caratteristiche più evidenti degli asset digitali, ma viene spesso interpretata in modo negativo, senza una comprensione adeguata dei meccanismi del mercato. Ciò viene accentuato da un approccio mediatico spesso sensazionalistico, che tende a focalizzarsi sui crolli improvvisi anziché fornire un quadro più equilibrato.

La copertura mediatica non è riuscita – almeno finora – a colmare il divario informativo esistente. Pur aumentando la visibilità del fenomeno, i media non hanno fornito degli strumenti concreti per comprendere le implicazioni pratiche degli investimenti in criptovalute. Le informazioni disponibili spesso risultano frammentarie o tecnicamente complesse, il che contribuisce a rafforzare le barriere cognitive, soprattutto se si parla del pubblico meno esperto.

L’educazione finanziaria risulta dunque indispensabile per alzare il livello di alfabetizzazione economica, in particolare tra gli investitori retail: una condizione necessaria per favorire un’adozione più consapevole delle criptovalute. Una formazione adeguata può ridurre i timori infondati, aiutare a distinguere i rischi reali da quelli percepiti e fornire gli strumenti corretti per valutare le opportunità in modo critico.

La questione normativa

La questione normativa rappresenta un altro fattore con un peso evidente. Il 19% degli investitori europei segnala la mancanza di una regolamentazione chiara, che diventa così una delle principali preoccupazioni. Nel Regno Unito, la percentuale sale addirittura al 29%. La situazione britannica viene ulteriormente complicata da un elemento: il nuovo regolamento europeo sui mercati degli asset digitali, noto come MiCAR, non verrà applicato nel Paese. Questo scenario alimenta così una sensazione di insicurezza giuridica, rallentando l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato. La mancanza di riferimenti stabili limita la possibilità di prendere decisioni informate e riduce ancor di più la fiducia complessiva.

Potrebbe interessarti anche