I conti di Padoan non tornano?

Il dubbio di Antonella Baccaro sul Corriere della Sera

Antonella Baccaro sul Corriere della Sera nota oggi una questione molto importante a proposito della lettera di Padoan alla UE in cui il ministro ha offerto tre miliardi delle nostre tasse a Katainen per la riduzione del debito e il rispetto dei parametri UE. Padoan ha scritto che l’aggiustamento sarà dello 0,3%, rispetto allo 0,5% richiesto dall’Europa. La correzione finale, scrive la Baccaro, sarà però pari allo 0,33% con un impegno complessivo di 5,4 miliardi. E qui non tornano i conti:



Se questo è vero, vuole dire che il governo italiano, prima di ricevere la lettera di sollecitazione dell’Ue, aveva messo da parte per la correzione la differenza tra 5,4 miliardi e i 4,5 della lettera, cioè circa 900 milioni, equivalenti in termini percentuali a un miglioramento del saldo strutturale pari allo 0,06%.Eppure, leggendo il Documento programmatico di bilancio,inviato alla Commissione, qualche dubbio sorge. Prendiamolo, che è anche citato nella lettera a Katainen. Qui, a pagina 3, c’è scritto che «la ridefinizione degli obiettivinominali garantirà un miglioramento del saldo strutturale di bilancio, pari a 0,1 punti percentuali di Pil nel 2015 rispetto al 2014».

Dal ministero si difendono parlando di approssimazione. Ma se questi sono i conti in partenza, ciò significa che alla UE “diamo” molto di più di quanto annunciato:



Il fatto è che, se davvero l’aggiustamento originario fosse dello 0,1%, i miliardi messi da parte sarebbero 1,6 (e non 900 milioni) che, sommati ai 4,5 offerti nella lettera, porterebbero la correzione in termini assoluti a 6,1 miliardi e in termini percentuali allo 0,38%. Insomma, la correzione finale accettata dall’Italia sarebbe «circa» dello 0,4%. Dunque solo uno sconticino rispetto allo 0,5% che avremmo dovuto rispettare. Troppo difficile metterlo nero su bianco?

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