Hamza Benagdoul: indagato l'uomo delle minacce all'Italia

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-02-13

“Questi italiani si meritano un camion contro la folla come a Berlino. Ci vorrebbe uno in ogni piazza”. Cominciava così il post, condiviso su alcuni social network, apparso il 12 gennaio sulla bacheca Facebook di un marocchino residente a Verona di nome Hamza Benagdoul. Il Ros e il Comando provinciale dei Carabinieri del capoluogo veneto, …

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“Questi italiani si meritano un camion contro la folla come a Berlino. Ci vorrebbe uno in ogni piazza”. Cominciava così il post, condiviso su alcuni social network, apparso il 12 gennaio sulla bacheca Facebook di un marocchino residente a Verona di nome Hamza Benagdoul. Il Ros e il Comando provinciale dei Carabinieri del capoluogo veneto, coordinati dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antiterrorismo di Venezia, Adelchi d’Ippolito, stanno conducendo indagini sulla diffusione virale del testo, oggetto di numerose denunce, tra cui quella depositata il 6 febbraio alla Procura di Trento dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini.

“Non hanno rispetto di noi musulmani – continuava il post -, non possiamo pregare dove vogliamo, non possiamo avere nostre moschee, questa e’ la verita’. Io sono qui di qualche anno e vedo questo. Voglio prendere un camion e fare un bel lavoro contro di loro. Per amore di Allah”. La paternità del post, rimosso dalla bacheca prima che venisse segnalato agli organi inquirenti, non è stata ammessa dal magrebino titolare del profilo, comunque indagato per istigazione a delinquere. Con l’analisi dei dati contenuti nel cellulare e negli altri dispositivi sequestrati, nonche’ con ulteriori accertamenti tecnici potranno attribuirsi le eventuali responsabilità di chi, per qualsiasi fine, ha violato il profilo Facebook. Il Corriere del Veneto racconta che il post di Benagdoul è finito all’attenzione degli inquirenti il 27 gennaio. L’uomo, sentito dagli inquirenti, ha negato di averlo scritto anche perché – sostiene – non sa scrivere in italiano. Gli inquirenti hanno verificato che anche altri hanno accesso al profilo dell’uomo su Facebook.

Leggi sull’argomento: Matteo Salvini e il «terrorista» Hamza Benagdoul

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