Opinioni
Perché i governi spingono più le pensioni che le riforme?
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2016-10-18
Gli elettori diventano sempre più vecchi perché l’età media aumenta sempre di più: per questo i governi hanno interesse a far crescere la spesa pubblica a favore degli anziani. Lo sostengono Carlo Favero e Vincenzo Galasso dell’Università Bocconi in un lavoro intitolato “Demographics and the Secular Stagnation Hypothesis in Europe” che sarà presentato oggi nell’ateneo […]
Gli elettori diventano sempre più vecchi perché l’età media aumenta sempre di più: per questo i governi hanno interesse a far crescere la spesa pubblica a favore degli anziani. Lo sostengono Carlo Favero e Vincenzo Galasso dell’Università Bocconi in un lavoro intitolato “Demographics and the Secular Stagnation Hypothesis in Europe” che sarà presentato oggi nell’ateneo e che viene oggi anticipato da Ferdinando Giugliano su Repubblica. Una tesi che non può che riecheggiare le critiche alla Legge di Stabilità Elettorale 2017 appena varata dal governo Renzi e che non possono far pensare all’ironia della sorte quando si scopre che uno dei due autori dello studio, Galasso, è consulente del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, che ha materialmente scritto le norme su pensionati e pensionandi con APE presenti nella finanziaria.
La spesa per welfare italiana è già fortemente sbilanciata a favore delle pensioni. Per ogni quattro euro spesi in previdenza, l’Italia ne spende soltanto uno per il sostegno di chi è in età lavorativa. La media nei Paesi Ocse è invece di due a uno. Questa sperequazione persiste nonostante la crisi abbia colpito più duramente le giovani generazioni: il Rapporto sulla Povertà pubblicato ieri dalla Caritas ha confermato la tendenza presente nei dati ufficiali dell’Istat, che vedono l’indigenza diffondersi più tra i giovani adulti che tra gli anziani. Il lavoro di Galasso e Favero mostra come l’invecchiamento della popolazione europea porterà a un forte rallentamento della crescita di lungo periodo.
Questa frenata renderà impellenti misure a sostegno dell’economia, siano essi aumenti di spesa per stimolare la domanda, oppure cambiamenti strutturali dal lato dell’offerta, come riforme del mercato del lavoro o liberalizzazioni. Usando dati del sondaggio europeo Eurobarometer, i due economisti trovano che gli elettori più anziani sono generalmente meno favorevoli a concetti come “riforme”, “liberalizzazioni” e “competitività” rispetto ai più giovani, poiché questi cambiamenti tendono a stravolgere lo status quo e a penalizzarli. «La stessa divisione emerge nelle preferenze rispetto a un ridimensionamento del welfare, poiché nella maggior parte dei Paesi, specialmente nel Sud dell’Europa, la spesa sociale è mirata in maniera massiccia verso gli anziani», scrivono Galasso e Favero. Per queste ragioni i due economisti ritengono che i governi europei tenderanno a preferire politiche di aumento della spesa, soprattutto a favore dei più anziani – una previsione che sembra molto in linea con quanto è avvenuto nella legge di bilancio del 2017.