L’inaccettabile morte del 18enne Giuliano De Seta, colpito da una lastra durante l’alternanza scuola-lavoro

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-17

Il 18enne è stato stato colpito agli arti inferiori da una pesante lastra di ferro scivolata da un cavalletto, mentre era alle prese con un macchinario

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Giuliano De Seta era uno studente di 18 anni di un istituto tecnico ed è morto ieri pomeriggio schiacciato da una lastra di metallo mentre lavorava in un’azienda di Noventa di Piave, in provincia di Venezia. O meglio: più che mentre “lavorava”, il giovane ha perso la vita durante uno stage scolastico volto ad accumulare crediti formativi nel contesto del progetto di alternanza scuola-lavoro, un’innovazione introdotta con la legge 107 del 2015 (ovvero la Buona Scuola di Renzi).

La tragedia di Giuliano non è un caso isolato: il 18enne è il terzo studente che muore sul lavoro da un anno a questa parte. Il che dimostra, ancora una volta, come la scuola dovrebbe essere fatta soprattutto di libri, di studio, di verifiche e di interrogazioni, tra le quattro mura di licei ed istituti. Di certo non di lastre di metallo che uccidono.

Giuliano De Seta muore sul lavoro a 18 anni, l’Unione degli Studenti: “Non si può considerare didattica ciò che sfrutta, ferisce e uccide”

La tragedia di Giuliano De Seta si è consumata nel pomeriggio di ieri all’interno della Bc Service, un’azienda specializzata nella piegatura dei metalli. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 18enne è stato stato colpito agli arti inferiori da una pesante lastra di ferro scivolata da un cavalletto, mentre era alle prese con un macchinario (forse voleva controllarne gli ingranaggi). I colleghi dello stabilimento sono accorsi subito in suo aiuto e hanno chiamato i soccorsi, ma l’arrivo di un’autombulanza con i medici del Suem è stato vano. Adesso i Carabinieri e i tecnici dello Spisal dovranno cercare di ricostruire le cause della tragedia, chiarendo innanzitutto se Giuliano potesse effettivamente trovarsi da solo vicino a quel macchinario.

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, informato della tragedia, ha subito chiamato la dirigente dell’istituto tecnico in cui Giuliano studiava e la famiglia del giovane, a cui ha espresso piena vicinanza. Poi, ha così commentato la tragica vicenda: “Ho appreso con dolore della tragedia di Portugruaro. Una morte inaccettabile che ha colpito tutta la comunità scolastica – ha detto il ministro – Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia”.

E non sono mancate le voci di protesta degli studenti, che hanno puntato il dito ancora una volta contro il sistema dell’alternanza scuola lavoro, giudicato “sbagliato” e ai limiti dello sfruttamento. L’Unione degli Studenti è tornata a chiedere l’abolizione del PCTO in favore di un’istruzione integrata e ha annunciato nuove proteste. In un lungo comunicato, la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti Bianca Chiesa ha scritto:

Uno studente di 18 anni è morto mentre stava lavorando per uno stage scolastico in un’azienda a Noventa, in provincia di Venezia, colpito da una lastra di metallo che gli ha schiacciato le gambe. Quello di oggi non è un caso isolato, è l’ennesima morte di un ragazzo dovuta alle mancate tutele di sicurezza, alla precarietà e ad un rapporto tra istruzione e lavoro malato, che in maniera strutturale e continua sottotutela, sfrutta e uccide.

Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia, agli amici e conoscenti del ragazzo, dopo i 2 morti e un ferito durante dei percorsi di stage dello scorso anno, un giovane muore lavorando. Nonostante le tante manifestazioni degli scorsi mesi la politica non si è impegnata per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e per ripensare da capo il rapporto tra istruzione e lavoro e questa ne è la conseguenza.

I giovani dovrebbero essere nelle scuole, a formarsi, non a lavorare. Il sistema scolastico e le logiche aziendale pervenute nelle scuole, assieme al costo dello studio e all’attuale didattica nozionistica, hanno però fatto in modo che la prospettiva lavorativa sottopagata sia più vicina di quella formativa. I PCTO, per come sono strutturati, non fanno altro che insegnarci la logica dello sfruttamento già a partire dal liceo.

Ciò che è successo è inaccettabile, ma il lutto non basta. Proviamo molta rabbia, da anni segnaliamo al Ministero una situazione inaccettabile e di insicurezza, ma non siamo mai stati ascoltati seriamente. Nessun tavolo ministeriale è mai stato svolto, l’idea di una scuola pubblica unicamente volta a formare lavoratori in grado di sottostare a logiche aziendalizzanti sembra non si possa mettere in discussione. Non si può considerare didattica ciò che sfrutta, ferisce e uccide. Vogliamo una risposta pronta da parte della politica, vogliamo sicurezza in ogni luogo di lavoro e l’abolizione dei PCTO in funzione dell’istruzione integrata, oltre che la possibilità per tutti e tutte di avere una formazione e una vita dignitose. A quante altre morti dovremo assistire prima che la politica ci risponda? Noi non staremo a guardare.

 

 

 

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