Cultura e scienze

Giovanna Bianchi Clerici: la candidata leghista per la RAI e quella condanna per danno erariale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-24

E’ il nome di Salvini. Ma a viale Mazzini c’è già stata e proprio all’epoca della sua presenza nel consiglio di amministrazione ricevette una condanna per danno erariale

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Giovanna Bianchi-Clerici, classe ‘58 di Busto Arsizio, ex deputata, consigliera Rai, candidata sindaca e componente dell’Autorità garante per la Privacy (in scadenza) è la candidata leghista alla presidenza della RAI. Con un dettaglio: lei a viale Mazzini c’è già stata e proprio all’epoca della sua presenza nel consiglio di amministrazione ricevette una condanna per danno erariale.

Giovanna Bianchi Clerici: la candidata leghista per la RAI e quella condanna per danno erariale

Giovanna Bianchi Clerici, racconta oggi il Fatto, è stata soprannominata “la soldatessa” perché in un’intercettazione tra Silvio Berlusconi e l’allora direttore di Rai Fiction Agostino Saccà veniva definita così per la sua attenzione: all’epoca il discorso verteva sulla produzione del film su Barbarossa e il suo nemico Alberto da Giussano, tanto caro alla Lega, che finì per essere un flop storico per la tv di Stato. Poi c’è la storia del danno erariale:

Sempre in prima linea, nel corso del suo doppio mandato ha attraversato due presidenze (Petruccioli e Garimberti) e visto avvicendars i quattro diversi direttori generali, Lei, Masi, Cappon, partendo proprio da Alfredo Meocci. Questa nomina le è costata cara e ben descrive la sua cieca devozione: nel 2011 la Corte dei Conti ha condannato i consiglieri che votarono a favore (oltre lei, Gennaro Malgieri, Angelo Maria Petroni, Giuliano Urbani e Marco Staderini) e l’ex ministro del Tesoro Domenico Siniscalco che propose il nome, a un maxi-risarcimento di 11 milioni di euro, in parti uguali fra loro.

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La foto di Bossi che fa le corna a Luca Zaia alla manifestazione di Salvini

Meocci, vicino a Berlusconi, ex caposervizio del Tg1 ma soprattutto commissario dell’Autorità per le Comunicazioni, per legge era incompatibile per il ruolo di dg di Viale Mazzini: dovevano passare 4 anni prima che potesse intrattenere rapporti con le imprese nel settore di competenza dell’Autorità garante.

Nelle motivazioni si parla di nomina “illecita e illegittima” e di “manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica”. Quella di Bianchi Clerici e gli altri, appunto. L’inchiesta penale è andata prescritta con sentenza di proscioglimento nel 2014; è rimasta invece la multa, ma grazie a un accordo di transazione in appello i condannati sono riusciti a pagare solo il 20% della cifra; 366 mila euro invece di 1,83 milioni di euro a testa.

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