Giornalisti e vaccini, Mentana: “Mi vergogno per chi lo ha chiesto”

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-03-12

Enrico Mentana, che di giornalisti e giornalismo ne sa, si schiera per il “no”. Dalla parte di quelli che dicono che la categoria dei giornalisti non è tra quelle che devono avere la priorità per aver accesso al vaccino. O almeno: non lo devono avere prima degli anziani o delle persone in difficoltà. La polemica …

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Enrico Mentana, che di giornalisti e giornalismo ne sa, si schiera per il “no”. Dalla parte di quelli che dicono che la categoria dei giornalisti non è tra quelle che devono avere la priorità per aver accesso al vaccino. O almeno: non lo devono avere prima degli anziani o delle persone in difficoltà. La polemica è scoppiata ieri, un po’ sui social, un po’ nella categoria. Sui social ad accendere la miccia è stata Selvaggia Lucarelli che si è scontrata con la giornalista di Focus Margherita Fronte. La prima (a modo suo) a favore, la seconda contro. Ma comunque, la richieste dell’Ordine c’è, e in qualche regione è stata anche accolta. Come in Sicilia, dove i giornalisti possono vaccinarsi, o in Molise, regione in cui 200 cronisti su 700 hanno avuto l’accesso alla vaccinazione. La domanda è: i giornalisti sono a rischio? La risposta, la più sensata, è che (semmai) lo sono solo quelli che lavorano “in corsia”. Glia altri (forse) no. In questo dibattito si è inserito anche il direttore del Tg La7, che su Facebook ha scritto:

Mi vergogno mentre leggo che c’è chi ha chiesto di inserire i giornalisti tra le categorie con precedenza vaccinale. Ancora gran parte degli anziani deve ricevere la prima dose, il presidente della Repubblica ha atteso il suo turno settanta giorni, e noi dovremmo accodarci alla congrega dei salta file che raccontiamo e denunciamo ogni giorno? Un po’ di coerenza, un po’ di dignità. O altrimenti chiediamo scusa a Schettino.

E poi in un commento ha specificato che queste frasi si riferiscono a una nota del presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, in cui si legge:

Con molta discrezione, nonostante le sollecitazioni da alcuni territori, abbiamo atteso valutazioni sulle priorità nelle vaccinazioni, ritenendo che non si potesse parlare di noi se non dopo aver concluso la fase riguardante i medici e la tutela del sistema scolastico.

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