Opinioni
Franco Mattiussi: il vicecapogruppo FI in Friuli Venezia Giulia e il bonus 600 euro
di dipocheparole
Pubblicato il 2020-08-11
Non solo Veneto. Franco Mattiussi, 62 anni, vicecapogruppo regionale di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia nonché imprenditore, con un lungo post su Facebook riportato dal Gazzettino si è auto-segnalato, perché anche lui ha chiesto e ottenuto il bonus Inps per due volte. E lo ha scritto su Fb: i politici «che hanno richiesto il bonus Inps non […]
Non solo Veneto. Franco Mattiussi, 62 anni, vicecapogruppo regionale di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia nonché imprenditore, con un lungo post su Facebook riportato dal Gazzettino si è auto-segnalato, perché anche lui ha chiesto e ottenuto il bonus Inps per due volte.
E lo ha scritto su Fb: i politici «che hanno richiesto il bonus Inps non hanno rubato nulla. Nulla. Hanno esercitato un loro diritto. Hanno, in un certo senso, profittato di una norma che lo consentiva. L’avere partita Iva presuppone l’esistenza di un lavoro autonomo parallelo alla figura politica ricoperta. Due dimensioni da tenere distanti e separate». E ha ammesso: «Io personalmente, ho effettuato la richiesta e ho ottenuto il bonus che ho potuto “immettere” nelle casse aziendali. Utilizzando quei soldi anche per far quadrare conti che comunque dovevano essere saldati. Perché nonostante tutto fosse fermo, bollette e tratte continuavano ad arrivare».
Mattiussi, ex vicepresidente (e a lungo assessore) dell’allora Provincia di Udine, ad Aquileia gestisce dal 1990 l’Hotel ristorante Patriarchi e a Villa Vicentina “Ai Cjastinars”, dal 2011 l’hotel Aquila Nera ad Aquileia e dal 2017 il Bar Cjapitul.
«Ho una società in cui partecipo – spiega Mattiussi – e avevo diritto a percepire quei 600 euro dell’Inps. Non ho fatto nulla di illecito. Io non vivo di politica, vivo della mia impresa e faccio anche politica. Visto che è venuto fuori tutto questo cancan, ho preferito auto-dichiararmi». E lo ripete: «Ho esercitato un diritto. Sono un cittadino italiano, pago le tasse, do da lavorare a 35 persone, compresi i miei familiari. Ho percepito due volte i 600 euro: una prima volta li ho chiesti, la seconda sono arrivati senza che li chiedessi». Con il lockdown, spiega, «ho perso circa 500mila euro di fatturato. Di norma facevamo 2 milioni l’anno».