Il M5S Roma e la “strategia della tensione” dietro i flambus ATAC

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-09

Virginia Raggi e Atac rivendicano il successo del calo dei flambus nel 2018, ma i dati dimostrano che non è così. Tra le principali cause degli incendi perdite d’olio e cortocircuiti. In breve: mancanza di manutenzione. Ma tra i 5 Stelle c’è chi parla di “strategia della tensione” e pensa ad un complotto

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Due autobus andati a fuoco in un solo giorno. Prima quello della linea 63 andato completamente distrutto in via del Tritone. Poi un mezzo della linea 6 che ha preso fuoco all’Infernetto, in via di Castel Porziano. È un record poco invidiabile quello di Atac che viaggia ormai ad una media di due roghi al mese. Non sempre gli incendi rendono inutilizzabili gli autobus, ma questo è solo un dettaglio, perché per recuperarle i mezzi bruciati (quelli che si sono in parte salvati) occorre mandarli in officina. E lì i pezzi di ricambio spesso non ci sono nemmeno per rattoppare gli autobus circolanti.

I consiglieri a 5 Stelle e la “strategia della tensione” dietro gli autobus in fiamme

Mentre l’assessora alla Mobilità Linda Meleo dà la colpa all’eccessiva anzianità del parco autobus di Atac e la sindaca Virginia Raggi ci tiene a ricordare che gli incendi “sono in calo” nelle chat dei consiglieri pentastellati si fanno ipotesi sui motivi dei roghi. In attesa che la Procura porti a termine le indagini ieri nelle chat dei portavoce a 5 Stelle circolavano messaggi sull’esistenza di una «strategia della tensione» ai danni del MoVimento 5 Stelle. A fine maggio ci sarà la prossima udienza in tribunale sul concordato per la municipalizzata dei trasporti e qualcuno sospetta che gli autobus in fiamme siano in qualche modo direttamente collegati alla questione.

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Fonte: Mercurio Psi via Twitter.com

La realtà è un’altra, e lo si può vedere chiaramente guardando i dati sui flambus dello scorso anno. Ad inizio maggio del 2017 erano andati in fiamme otto autobus. Nello stesso periodo del 2018 siamo già a quota dieci autobus andati a fuoco. Quando la sindaca Raggi e Atac parlano di una riduzione “del 25%” dei casi di incendio nel primo quadrimestre del 2018 rispetto al primo quadrimestre del 2017 stanno semplicemente mentendo. Oppure non sanno fare i calcoli. I numeri dei gli autobus flambé sono questi: 43 nel 2015, 36 nel 2016 e 40 nel 2017. Siamo a metà del 2018 e non si vede una netta diminuzione. E solo per un puro caso Giorgia Sonnino, commessa romana di 33 anni, ha riportato “solo” ustioni di primo e secondo grado al braccio e al viso. Se l’autobus di via del Tritone si fosse fermato dieci centimetri prima sarebbe rimasta intrappolata nel negozio.

La realtà: corse ridotte del 20% perché gli autobus sono rotti

C’è anche un altro fattore da tenere in considerazione – come ha fatto notare su Twitter il professor Andrea Giuricin – che il servizio ATAC è in costante diminuzione. Nel secondo semestre del 2017 Atac ha erogato quasi il 20% di corse in meno rispetto a quanto stabilito dal contratto. Questo perché l’azienda non è in grado nemmeno di far uscire gli autobus dai depositi e dalle rimesse. E quando escono succede che – a volte – prendono fuoco. Altre volte si rompono e rimangono bloccati in mezzo alla strada.

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Elaborazione Andrea Giuricin via Twitter.com

Nel settembre scorso il responsabile del servizio di superficie di Atac, Alessandro Cafarelli aveva detto che in ATAC saltavano 840 corse al giorno, 480 bus si fermavano a causa di problemi tecnici. Da marzo 2018 non c’è più nessuno a garantire il servizio di assistenza stradale perché è scaduto l’appalto con Copra, l’azienda che aveva in gestione l’assistenza su strada degli autobus in panne. Dal momento che i guasti e gli inconvenienti tecnici quotidiani sono meno spettacolari di un rogo nessuno ha mai parlato di “strategia della tensione” quando un autobus non esce dal deposito perché non è in grado di partire. C’è una strategia della tensione dietro al fatto che il 30% dei mezzi sia quotidianamente costretta a tornare al deposito a causa di un guasto?

Perché gli autobus di Atac prendono fuoco?

Non si conoscono ancora le cause che hanno innescato gli incendi di ieri. Ma i motivi sono generalmente sempre gli stessi: un cortocircuito, una perdita d’olio nella parte posteriore del mezzo dove c’è il motore, una scintilla tra due cavi le cui guaine sono ormai secche e usurate. In due parole: deficit manutentivo. Alla base di tutto c’è sì l’anzianità di servizio dei mezzi di Atac ma anche la impressionante mancanza di manutenzione. Che l’autobus abbia pochi anni di vita o che abbia macinato oltre seicentomila chilometri come quello della linea 63 tutti i mezzi hanno bisogno di una manutenzione costante.

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L’infografica calcola (per il 2017) solo gli autobus andati completamente distrutti negli incendi Fonte: Il Tempo

Daniele Fuligni, segretario regionale Filt Cgil, spiega che «Servirebbero lavori strutturali di revamping su motori, sospensioni, collegamenti elettrici, giunti. Senza contare che la viabilità romana, tra voragini e traffico, accelera l’usura». A guastarsi maggiormente sono, manco a dirlo, il motore e l’impianto frenante. Ma se non ci sono i pezzi di ricambio per sostituire le parti usurate (e l’usura è un fenomeno perfettamente normale) o se i pezzi di ricambio non sono di qualità i guasti continueranno a causare l’interruzione del servizio.

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In mancanza di parti per i ricambi – i fornitori non vengono pagati e hanno smesso di fornirli – nelle officine si cannibalizzano altri autobus ormai impossibili da riparare come fonti dei pezzi per le riparazioni. Che fine ha fatto il miliardo di euro promesso da Di Maio per risanare – tra le altre cose – il settore trasporti?

 

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