Fiammetta Borsellino: “Finché non ci sarà verità sulla strage di via D’Amelio diserteremo tutte le manifestazioni ufficiali”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-05

La dura presa di posizione della figlia del giudice Paolo Borsellino, durante la presentazione del libro del giornalista Piero Melati “Paolo Borsellino. Per amore della verità”

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Non è stata tenera Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso nella strage di via D’Amelio, durante la presentazione del libro scritto dal giornalista Piero Melati “Paolo Borsellino. Per amore della verità”: “Ci sono uomini che lavorano per allontanare la verità sulla strage di via D’Amelio. Oggi questa verità è negata non solo alla mia famiglia ma tutto il popolo italiano, il primo a essere stato offeso”, ha spiegato annunciando: “Diserteremo tutte le manifestazioni ufficiali per la strage di via D’Amelio fino a quando lo Stato non ci spiegherà cosa è accaduto davvero, non ci dirà la verità: nonostante tutte queste celebrazioni si è fatto un lavoro diametralmente opposto su questo barbaro eccidio”. Una presa di posizione preannunciata in qualche modo anche da quanto fatto lo scorso anno, anche se con motivazioni leggermente diverse.

Fiammetta Borsellino: “Finché non ci sarà verità sulla strage di via D’Amelio diserteremo tutte le manifestazioni ufficiali”

La figlia di Paolo Borsellino ha anche aggiunto: “Uno Stato che non riesce a fare luce su questo delitto non ha possibilità di futuro. Dopo trent’anni di depistaggi e di tradimenti noi non ci rassegniamo e continueremo a batterci perchè sia fatta verità sull’uccisione di nostro padre”. Fiammetta Borsellino ha anche raccontato che nei mesi successivi all’attentato la sua famiglia “fu oggetto di un vero e proprio ‘assalto alla diligenza’ da parte di uomini dello Stato”, spiegando “Quasi la necessità di svolgere una sorta di vigilanza nei nostro confronti, di tenerci buoni, di controllarci”.

In merito al falso pentito Vincenzo Scarantino, le cui dichiarazioni hanno dato vita a quello che i giudici del processo quater sulla strage di via D’Amelio hanno definito “Il più colossale depistaggio della storia d’Italia”, Fiammetta Borsellino ha poi raccontato: “Abbiamo avuto magistrati che non hanno fatto le verbalizzazioni dei sopralluoghi nei garage dove Scarantino diceva di avere rubato la macchina. Se fosse stato fatto un verbale ci si sarebbe resi subito conto della inattendibilità di Scarantino che non sapeva neppure come si apriva il garage, se non avessero delegato segmenti di indagine ai servizi segreti, se avessero esercitato quel controllo previsto dalla legge sugli organi investigativi” il depistaggio “non ci sarebbe stato” e in particolare sulla presa di distanze sull’attendibilità di Scarantino da parte del Pm Ilda Boccassini: “Ilda Boccassini non sapeva dire di no alle pressioni di Arnaldo La Barbera. Poi per mettersi il ferro dietro la porta ha scritto una letterina al Procuratore Tinebra. Io dico che se la Boccassini aveva qualche dubbio sul falso pentito Scarantino doveva fare una denuncia pubblica, così è troppo comodo”, “La Boccassini è quello stesso magistrato che ha autorizzato dieci colloqui investigativi di Scarantino a Pianosa e poi si è saputo che servivano a fare dire il falso a Scarantino con torture e minacce – dice – Ilda Boccassini chiede si colleghi di applicare le norme del Codice perché si rende conto di ciò che fanno, una cosa così grave non la puoi scrivere in una letterina. E darla a un procuratore che poi la mette in un cassetto e la lascia lì. Per me la denuncia è un’altra cosa. La si fa pubblicamente. Come mi ha insegnato mio padre. Io l’ho letto come un mettersi il ferro dietro la porta. Questa non è una denuncia o stoppare un percorso deviato”.

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