Fatti
Tutti i false flag sull'omicidio di Jo Cox
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2016-06-17
Ogni mattina un complottista si sveglia e sa che dovrà essere più svelto degli avvoltoi per andare a pasteggiare sul cadavere di un morto. Il caso della deputata laburista uccisa ieri è emblematico. Nel Regno Unito e in Italia. E nel frattempo in redazione al Giornale ci marciano sopra senza problemi
L’occasione era davvero troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire e così l’omicidio della parlamentare britannica Jo Cox, fortemente contraria all’ipotesi di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, è stato subito etichettato come una manovra da parte dei poteri forti (ed ovviamente occulti) per far pendere l’ago della bilancia a favore del “remain”. In poche parole la morte di Jo Cox è stata pianificata per impedire al Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea.
Il complotto per fermare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea
Se sul movente tutti i complottisti sembrano essere d’accordo: si vuole sabotare la riuscita del referendum sulla Brexit, sui mandanti le certezze sono meno granitiche. Si fa presto a dire poteri forti ma non è che ci si può accontentare di una definizione del genere. Ecco quindi spuntare le ipotesi più disparate (e disperate). Si inizia dalla più semplice, è stato organizzato dai sostenitori del “remain”. Semplice, lineare, elegante. Ma non così accattivante perché alla fine quelli che voteranno No al referendum del 23 giugno sono potenti, ma non così potenti. E potrebbero pure non essere sufficientemente pazzi.
Meglio allora partire con un classico, gli ebrei. Se succede qualcosa e non sai chi incolpare dai la colpa agli ebrei e vedrai che non sbagli mai. Un motto che ha fatto la fortuna di molti in passato. Del resto la Cox era una sostenitrice della causa palestinese, ancora non riuscite a vedere la verità?
Anche ebrei però è qualcosa di troppo vecchio, puzza di Protocolli dei Savi di Sion e non è abbastanza 2.0. Qualcuno dalle parti dell’estrema destra britannica ha pensato per un po’ che l’attentatore fosse musulmano, confondendo il nome di Thomas Mair con quello di un improbabile Aamir Tahir. Cosa non si fa per inventarsi una realtà in cui si ha sempre ragione.
Perché non prendersela con i Bilderberg, in fondo si sono riuniti la settimana scorsa e sul tavolo del meeting segreto pare ci fosse pure la questione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Che abbiano trovato un modo efficace per risolvere la questione? Possibile.
Sembra pensarla così anche Fabrizio Bracconeri – aka Bruno Sacchi de i Ragazzi della Terza C – che retwitta due tweet di Giuseppe Palma dove si accusano “i maiali di Bruxelles” e la finanza di aver architettato l’omicidio per poter scongiurare la Brexit.
E si torna quindi all’antico nemico: le banche (che è il modo carino di dare la colpa agli ebrei negli anni Dieci). Il terrorismo è il braccio armato delle banche, non dimenticate l’Ucraina, avvertono quelli che vedono ovunque collegamenti e coincidenze e nel dubbio stanno dalla parte di Putin (trivia: anche Putin “possiede” un paio di banche).
Come sempre i lettori del Fatto Quotidiano si confermano acuti analisti politici e ci rivelano oscuri retroscena riguardo l’omicidio Cox.
In Italia l’ex-grillino Bartolomeo Pepe ci propone una riflessione sul significato del gesto dell’attentatore. Chi ha manovrato la mano del terrorista? Domande e dubbi che rimarranno senza risposte. È interessante notare come sia i sostenitori del Leave che quelli del Remain abbiano sospeso – temporaneamente – la campagna elettorale per il referendum. Gli unici avvoltoi che approfittano della morte di Jo Cox sono al momento i complottisti. E se l’omicidio fosse stato organizzato proprio dai complottisti? PAURA EH?
Ma al solito è il Giornale di oggi a vincere tutto e a sbattere in prima pagina l’Europa salvata dai colpi di pistola di un pazzo. Gli sciacalli del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti non si fermano davanti a nulla.