FAQ
Ma l'elettore M5S è di destra o di sinistra?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-06-19
Una delle grandi domande dell’umanità e la risposta (molto interessante) contenuta in un sondaggio pubblicato da Libero
Tra le grandi domande sull’umanità (Chi siamo? Dove andiamo? Vuoi più bene alla mamma o al papà?) c’è anche quella che affligge da tempo immemorabile i politici italiani: ma gli elettori M5S sono di destra o di sinistra? Un sondaggio di Arnaldo Ferrari Nasi Consulenze pubblicato oggi da Libero prova a rispondere all’annosa questione, affermando in primo luogo che in questi anni, la struttura del voto a Cinque Stelle è sensibilmente cambiata. Tra il 2013, ovvero l’anno dell’ingresso in Parlamento, e di primi sei mesi del 2017, almeno due fenomeni rilevanti sembrano essere intervenuti:
Anzitutto, si può dire che il Movimento abbia praticamente perso la sua componente di centrodestra, storicamente importante, che pesava per più di un terzo dell’elettorato e che rendeva il grillismo una forza trasversale e diversa dagli altri raggruppamenti politici. L’esame visivo del grafico dei profili della autocollocazione («io mi sento di…») ci mostra come nel 2013 fosse possibile individuare due picchi,uno un po’più diffuso e capiente, nell’ambito del centrosinistra, e uno in quello del centrodestra, meno ampio, ma di certo ben definito e consistente. Nel giugno 2017 tutto questo è scomparso ed il Movimento 5 Stelle appare come un partito decisamente schierato a sinistra, con una parte residuale di elettori che ancora si sente “di destra”.
In più, spiega lo studio di Libero, il M5S sta subendo un’emorragia di maschi (-15%),istruiti (-10%) e laici (-20%). Tipicamente elettorato di sinistra, meglio, del Partito Democratico, che proprio da molti di costoro era stato abbandonato.
Ma il Pd non riesce a recuperare questi elettori, anzi, perde ancora sui giovani (-13%) e sulla fascia di mezzo, tra i 36 e i 55 anni (-13%); e ancor meno attrattivi risultano essere i nuovi partiti di sinistra sinistra, Si e Mdp, assolutamente lontani dai 18-35enni (-31%) o dalle aree povere del paese (-37%), rispetto ai dati registrati da Sel e Rifondazione nel 2013. Chi per maggior verosimiglianza sembra aver assorbito il target elettorale in fuga dal M5S, è la fascia dei “delusi”, ovvero coloro che hanno deciso di non votare o di annullare la scheda. Essi, rispetto al 2013, guadagnano dove oggi i grillini stanno perdendo: nei maschi (+25%), nei giovani (+28%), nei più istruiti (+20%), nei laici(+32%). I primi ad averdato fiducia al Movimento sono i primi a togliergliela?
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