Cultura e scienze
Elena Cattaneo e l'unità nazionale sui vaccini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-08-31
La senatrice a vita e scienziata chiede un passo indietro agli enti locali. Purtroppo è fantascienza
Elena Cattaneo, senatrice a vita e docente all’Università di Milano, in un editoriale su Repubblica oggi chiede l’unità nazionale sulle vaccinazioni obbligatorie, facendo notare che se le regioni continuano a mettersi di traverso i livelli di copertura delle malattie non si alzeranno:
Ora le regioni stanno andando in ordine sparso sull’attuazione della legge. Questa estrema diversità è pericolosa, specie se applicata ai vaccini, per almeno due ragioni. In primo luogo, questo atteggiamento è deleterio per la percezione sociale dei cittadini, che si disorientano di fronte a scelte non coerenti.
Come è possibile spiegare a un cittadino della Lombardia che deve attenersi a un obbligo se poi a pochi chilometri il Veneto non lo impone? Solo qualche mese fa alcuni genitori no-vax altoatesini minacciarono il trasferimento nelle scuole austriache pur di non sottoporre i figli all’obbligo. In secondo luogo, trattandosi di malattie infettive, è inutile che alcune regioni abbiano coperture alte accanto a regioni con coperture più basse.
I vaccini funzionano solo se circa il 95% della popolazione è coperto, secondo il noto concetto dell’immunità di comunità. Perché tenere alti i livelli di copertura di una regione se poi quelli della regione accanto possono veicolare infezioni pericolose? Serve uno sforzo di unità nazionale. La scienza e la democrazia questa volta hanno dimostrato di saper dialogare costruttivamente, i cittadini e le regioni facciano la loro parte.
Quelle della senatrice sono parole di ragionevolezza, eppure appaiono come pronunciate da un uomo che si trovi sulla luna. Come hanno insegnato nei giorni scorsi Puglia e Veneto, pur di raccattare voti e consensi c’è chi è capace di tutto. Anche di sputare sulla scienza.
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