Il tutore di Eitan non sarà la zia paterna Aya: “Sia un professionista estraneo alle famiglie”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-17

Il Tribunale per i minorenni di Milano ha stabilito che il tutore legale del piccolo Eitan non sarà la zia paterna Aya, che continuerà comunque ad accudirlo a casa sua, ma un professionista “estraneo alle famiglie”

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Il tutore legale del piccolo Eitan, sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, non sarà la zia paterna Aya, ma “un professionista estraneo ad entrambe le famiglie di origine”. Lo ha stabilito il Tribunale per i minorenni di Milano, che si è pronunciato sul reclamo presentato dai nonni materni residenti in Israele, precisando però che “il bambino resta collocato presso la zia”. Formalmente, quindi, non sarà lei ad amministrare i suoi beni, ma lo accudirà nella sua casa a Travacò Siccomario, vicino Pavia. La decisione, come comunicato dal presidente del Tribunale per i minorenni Maria Carla Gatto, è stata presa “data l’elevatissima conflittualità manifestatasi successivamente all’iniziale nomina”.

La decisione sul tutore legale del piccolo Eitan

“Si è resa necessaria l’individuazione di un soggetto terzo – spiega Gatto – visto che la contesa parentale insorta indubbiamente contribuisce a complicare ogni scelta personale, relazionale, economica ed educativa che dovrà essere assunta nel prioritario interesse del bambino, già così drammaticamente segnato dai tragici vissuti personali”. La richiesta era stata avanzata anche dalla procura minorile, proprio con l’obbiettivo di tutelare il minore, una prassi in casi simili. Resta ancora aperta invece la partita sull’affidamento: nei mesi scorsi la zia Aya Biran aveva fatto richiesta di adozione al tribunale dei minori, ma anche l’altro ramo familiare, quello materno dei Peleg che vivono in Israele, avanzerà la stessa richiesta.

Il ricorso dell’uomo che aiutò il nonno a scappare col nipote

Intanto Gabriel Alon Abutbul, soldato di un’agenzia di contractor statunitense che avrebbe aiutato Shmuel Peleg a rapire Eitan e portarlo in Israele, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l’ordinanza di custodia in carcere emessa dal gip di Pavia. Abutbul era alla guida dell’auto che portò nonno e nipote da Pavia a Lugano dove i due partirono con un volo privato. Per i suoi legali “non c’è alcuna necessità di un arresto anche perché il bambino è rientrato in Italia”.

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