È l’unico ginecologo non obiettore del Molise: costretto a rinviare la pensione per garantire la 194

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-26

Il dottor Michele Mariano, per 40 anni, è stato l’unico (o quasi) medico a praticare l’interruzione volontaria di gravidanza nella sua regione, e oggi è costretto a restare fin quando non si troverà un sostituto

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Quella del dottor Michele Mariano è una storia che arriva dal Molise ma che parla dell’Italia. L’Italia delle leggi votate e i diritti negati, l’Italia delle conquiste civili e delle incivili incapacità di garantirle. In quarant’anni di carriera da ginecologo all’ospedale di Campobasso, unico medico non obiettore di coscienza a praticare interruzioni volontarie di gravidanza, passano in un lampo quattro decenni di Storia di questo Paese, dalla storica firma sulla legge 194 che riconosceva il diritto di tutte le donne a interrompere, legalmente e in sicurezza, una gravidanza indesiderata all’epoca del nuovo oscurantismo, in cui, in nome di un presunto diritto di coscienza, si consente ai medici di negare alle donne un proprio diritto, rendendo, di fatto, impossibile l’applicazione della legge.

E’ quello che sta accadendo in Molise, regione da anni nota per l’altissima percentuale di medici obiettori: circa il 92% del personale medico specializzato si avvale, infatti, della clausola, prevista dalla stessa legge 194/78, che permette di sollevare obiezione di coscienza in materia di aborto. Fino a quando questo numero resta contenuto, nessun problema, perché anche un numero limitato di non obiettori è in grado di coprire la richiesta. Quando, però, si supera la cosiddetta soglia critica, accade che nelle strutture pubbliche il servizio non possa essere più garantito, soprattutto nel caso in cui l’unico che, per anni, lo ha garantito per tutti, come nel caso del dottor Michele Mariano, unico medico non obiettore di tutta la regione, arrivi alle soglie della pensione. A 69 anni Mariano si è trovato addirittura nella condizione di dover rinviare la sua meritata pensione pur di continuare a garantire il rispetto della legge 194. E lo stesso bando lanciato poche settimane fa per la sua sostituzione è andato letteralmente deserto: non si è trovato nessun candidato disposto a raccogliere l’eredità di Mariano.

A mettere una pezza alla situazione, seppur tardiva e non risolutiva, ci ha pensato l’azienda ospedaliera, che lo scorso 21 luglio ha assunto la dottoressa Giovanna Gerardi, anche lei non obiettrice che già in passato aveva lavorato al fianco del dottor Mariano per un periodo limitato di tempo. Ma il problema resta e si presenterà identico nel momento in cui il dottor Mariano andrà effettivamente in pensione, il prossimo 31 dicembre (questo l’ultimo slot programmato), riaprendo una lacuna che in Molise esiste ormai da anni e che appare ben lungi dall’essere risolta.

“Da 40 anni pratico gli aborti e per continuare a garantire la 194 in Molise ho rinviato la pensione” ha raccontato in una lunga intervista a “la Repubblica”. “Già dall’università, non bisognerebbe permettere a chi volesse fare il ginecologo di diventare obiettore. E bisognerebbe impedire che un ginecologo possa scoprirsi di colpo obiettore dopo essere stato assunto magari con un concorso bandito per garantire l’applicazione della 194”.

Se proprio qualcuno non resiste a protestare al grido di “Ditttatura sanitaria”, rivolga le sue attenzioni a battaglie molto più degne di essere combattute rispetto a quella contro il Green Pass; usi questa parola per raccontare un pezzo enorme di sanità italiana in cui, a causa del presunto diritto di coscienza di alcuni, si negano e si cancellano i diritti di tutte le donne. Perché se è vero che nessuno ti obbliga a diventare ginecologo, è altrettanto vero che, se decidi di farlo, accetti di esserlo fino in fondo, rispettando e onorando la legge. Altrimenti, semplicemente, hai sbagliato mestiere.

Bello sapere che esistano (ancora) medici ed esseri umani come il dottor Mariano, ma sarebbe più bello sapere che non sia lasciato solo a combattere una battaglia di civiltà che dovrebbe essere la politica, le autorità e l’intera classe medica a combattere.

 

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